lunedì 16 novembre 2020

“Dimmi che non può finire” di Simona Sparaco: un viaggio spirituale al femminile alla ricerca del proprio cammino

Dimmi che non può finire, Simona Sparaco

“I numeri mi stavano tradendo, e non ero disposta ad accettarlo. Mi ero sempre lamentata, ma in realtà – proprio come una supereroina – non volevo perdere il mio potere. Quello che mi rendeva unica. Soprattutto, dopo aver inscenato uno psicodramma lungo un mese, fatto di fughe, ritorni, bugie, volevo aver ragione. A dire il vero, io volevo sempre avere ragione.” 

La nostra vita è circondata da numeri, dalla nostra data di nascita ai giorni che si susseguono sul calendario, da quelli che studiamo a scuola a quelli che vediamo ovunque ci giriamo. Ma se questi divenissero fonte di ossessione

È ciò che accade ad Amanda, quasi trentenne, che fin da piccola considera i numeri come rivelazione di ciò che le capiterà. 

Lei crede che le cifre le indichino la fine dei suoi momenti di felicità e per evitare il peggio preferisce giocare in difesa ed interrompere per tempo qualunque cosa, a discapito della sua vita. 

Abbandonato il lavoro nella redazione di un noto quiz televisivo decide di accettare di occuparsi di un bambino di sette anni; i bambini non le piacciono e qualora dovesse interrompere anche questo impiego il dispiacere non sarebbe poi così grande. Non ha però tenuto conto del fatto che questo bambino le somiglia, le cambierà la vita e soprattutto trasformerà il suo modo di pensare e vedere le cose. E chissà che anche il padre del bambino non possa fare la sua parte…

“Dimmi che non può finire” (Einaudi, ottobre 2020) è il nuovo romanzo di Simona Sparaco, un nuovo viaggio tra le emozioni che tiene incollati alle pagine dall’inizio alla fine.

Amanda è una donna in crisi a causa di un passato e di un presente non semplici. Le vicende della vita l’hanno portata ad essere diffidente e ad affidarsi ai numeri come unico rifugio di salvezza. Quando qualcosa di positivo le capita crede che la durata sarà breve e la felicità è per lei una meta inaccessibile. Il rischio non rientra tra le possibilità ma potrebbe essere l’unica scelta in grado di mostrarle una prospettiva differente.

Simona Sparaco

E poi c’è l’amore, anche questo sempre definito da una precisa data di scadenza. Ma se fosse l’ora di lasciarsi andare e non pensare più a nulla?

“Poi osservai il mio nuovo compagno di banco: costretto a mangiare qualcosa che non gli piaceva, ferito anche lui dalla vita, con un padre assente, una madre morta, una nonna anaffettiva e una domestica di pietra; un innocente innamorato di un’orribile femmina che presto lo avrebbe fatto soffrire. Quel bambino era la cosa più vicina alla versione aggiornata di me che io avessi mai incontrato prima.”

“Dimmi che non può finire” racconta vite reali, mostra il rovescio della medaglia – la ricchezza materiale non significa nulla – ma soprattutto è l’immagine di una donna in evoluzione, una donna sola e smarrita tra le fatiche quotidiane che scoprirà le sue potenzialità e dopo un percorso molto intimo e doloroso si renderà conto di meritare ogni cosa, nel presente e nel futuro.

Bello, divertente, commovente, profondamente attuale e reale.

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