Dimmi che non può finire, Simona Sparaco
“I numeri mi stavano tradendo, e non ero disposta ad accettarlo. Mi ero sempre lamentata, ma in realtà – proprio come una supereroina – non volevo perdere il mio potere. Quello che mi rendeva unica. Soprattutto, dopo aver inscenato uno psicodramma lungo un mese, fatto di fughe, ritorni, bugie, volevo aver ragione. A dire il vero, io volevo sempre avere ragione.”
La nostra vita è circondata da numeri, dalla nostra data di nascita ai giorni che si susseguono sul calendario, da quelli che studiamo a scuola a quelli che vediamo ovunque ci giriamo. Ma se questi divenissero fonte di ossessione?
È ciò che accade ad Amanda, quasi trentenne, che fin da piccola considera i numeri come rivelazione di ciò che le capiterà.
Lei crede che le cifre le indichino la fine dei suoi momenti di felicità e per evitare il peggio preferisce giocare in difesa ed interrompere per tempo qualunque cosa, a discapito della sua vita.
Abbandonato
il lavoro nella redazione di un noto quiz televisivo decide di accettare di
occuparsi di un bambino di sette anni; i bambini non le piacciono e qualora
dovesse interrompere anche questo impiego il dispiacere non sarebbe poi così
grande. Non ha però tenuto conto del fatto che questo bambino le somiglia, le
cambierà la vita e soprattutto trasformerà il suo modo di pensare e vedere le
cose. E chissà che anche il padre del bambino non possa fare la sua parte…
“Dimmi che non può
finire” (Einaudi, ottobre 2020) è il nuovo romanzo di Simona Sparaco, un nuovo
viaggio tra le emozioni che tiene incollati alle pagine dall’inizio alla fine.
Amanda è una donna in
crisi a causa di un passato e di un presente non semplici. Le vicende della
vita l’hanno portata ad essere diffidente e ad affidarsi ai numeri come unico rifugio
di salvezza. Quando qualcosa di positivo le capita crede che la durata sarà
breve e la felicità è per lei una meta inaccessibile. Il rischio non rientra
tra le possibilità ma potrebbe essere l’unica scelta in grado di mostrarle una
prospettiva differente.Simona Sparaco
E poi c’è l’amore, anche
questo sempre definito da una precisa data di scadenza. Ma se fosse l’ora di
lasciarsi andare e non pensare più a nulla?
“Poi osservai il mio
nuovo compagno di banco: costretto a mangiare qualcosa che non gli piaceva,
ferito anche lui dalla vita, con un padre assente, una madre morta, una nonna
anaffettiva e una domestica di pietra; un innocente innamorato di un’orribile
femmina che presto lo avrebbe fatto soffrire. Quel bambino era la cosa più
vicina alla versione aggiornata di me che io avessi mai incontrato prima.”
“Dimmi che non può
finire” racconta vite reali, mostra il rovescio della medaglia – la ricchezza
materiale non significa nulla – ma soprattutto è l’immagine di una donna in
evoluzione, una donna sola e smarrita tra le fatiche quotidiane che scoprirà le
sue potenzialità e dopo un percorso molto intimo e doloroso si renderà conto di
meritare ogni cosa, nel presente e nel futuro.
Bello, divertente,
commovente, profondamente attuale e reale.
Nessun commento:
Posta un commento