“Il suo piccolo corpo viene sollevato da terra e scaraventato contro un muro. Grossi piedi che lo picchiano nel ventre, il respiro che manca, la fatica, il rumore, il sospiro dei nasi grinzosi che si squartano. Vede tre nasi dalle ciocche viola bloccare la reazione della Signora Magher che cerca di proteggerlo. Ora lei smetterà per sempre di squadrarlo con quegli occhi giganti e telescopici, il fiato legnoso. Lame che baluginano, clave che fracassano ossa, filamenti, corpi che si smembrano, teste che rotolano divelte dal resto… laghi di sangue e lui, nel mezzo, che prova a prendere coscienza dell’inferno che si è appena spalancato sotto il villaggio.”
Waldo Basilius
Lo ammetto, mi sono
innamorata della Pelledoca Editore. Ma come non essere attratti da una casa
editrice che pubblica storie così belle, coinvolgenti e particolari e con
illustrazioni raffinate e intrise di orrore?
“Waldo Basilius” (giugno
2018) narra la storia di Waldo (immediato il richiamo al wild inglese e al Wald
tedesco), trovato dai nasi grinzosi, i giganti della foresta, quando era un
neonato. Un uomo tra i giganti, un bambino in mezzo ad un popolo che fa tutto
al contrario: parlano al contrario, nascono vecchi e ringiovaniscono con l’età,
si comportano come fossero trogloditi.
L’unica ad occuparsi di lui è la signora
Magher che prova a fare di lui un naso grinzoso cibandolo, allevandolo con un
sentimento simile a quello materno e soprattutto narrandogli le storie prese
dal libro di famiglia. Nonostante tutto gli altri continuano a considerarlo un
amsatnaf (fantasma) ma arriva il momento di scappare, di immergersi nel bosco
così oscuro e abitato da sconosciute e terribili creature. E chissà che proprio
il bosco non gli riveli chi davvero è Waldo Basilius.
Lo si potrebbe definire
un romanzo di formazione fuori dai canoni, in fondo osserviamo la
crescita del
piccolo Waldo, il suo sentirsi emarginato, la sua voglia di comprendere ciò che
lo circonda e soprattutto se stesso.
Tiziano Fratus |
Ed è proprio in questa ricerca a prevalere la paura, di ciò che potrebbe scoprire, di ciò non conosce e lo
spaventa in profondità, gli attorciglia le budella e lo porta a reazioni che
lui stesso mai avrebbe immaginato.
Ma soprattutto “Waldo
Basilius” è pura poesia. È la poesia di Tiziano Fratus (classe 1975, scrittore,
poeta e appassionato ‘cercatore d’alberi’) che tratta le parole come fossero
lievi e malleabili, dando a Waldo quella consolazioni che tanto cerca. Parole
che si amalgamano con le illustrazioni da brivido, in bianco e nero, di Emanuele
Giacopetti (classe 1982, spazzino e illustratore di professione).
“Certo, la Signora Magher
lo nutre, gli urla le storie dei nasi, ma Waldo sa bene che quello non è il suo
posto. Lui vive lì, ma la sua gente è altrove.”
Ottanta pagine da leggere
tutto d’un fiato, una copertina bellissima, una storia per lettori dai 9 anni
in su, un’allegoria delle difficoltà dell’esistere di tutti noi. Da leggere!
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