lunedì 18 febbraio 2019

“Waldo Basilius”, testo di Tiziano Fratus e illustrazioni di Emanuele Giacopetti: un orrido viaggio alla ricerca delle origini


Waldo Basilius
“Il suo piccolo corpo viene sollevato da terra e scaraventato contro un muro. Grossi piedi che lo picchiano nel ventre, il respiro che manca, la fatica, il rumore, il sospiro dei nasi grinzosi che si squartano. Vede tre nasi dalle ciocche viola bloccare la reazione della Signora Magher che cerca di proteggerlo. Ora lei smetterà per sempre di squadrarlo con quegli occhi giganti e telescopici, il fiato legnoso. Lame che baluginano, clave che fracassano ossa, filamenti, corpi che si smembrano, teste che rotolano divelte dal resto… laghi di sangue e lui, nel mezzo, che prova a prendere coscienza dell’inferno che si è appena spalancato sotto il villaggio.”
Lo ammetto, mi sono innamorata della Pelledoca Editore. Ma come non essere attratti da una casa editrice che pubblica storie così belle, coinvolgenti e particolari e con illustrazioni raffinate e intrise di orrore?

“Waldo Basilius” (giugno 2018) narra la storia di Waldo (immediato il richiamo al wild inglese e al Wald tedesco), trovato dai nasi grinzosi, i giganti della foresta, quando era un neonato. Un uomo tra i giganti, un bambino in mezzo ad un popolo che fa tutto al contrario: parlano al contrario, nascono vecchi e ringiovaniscono con l’età, si comportano come fossero trogloditi. 

L’unica ad occuparsi di lui è la signora Magher che prova a fare di lui un naso grinzoso cibandolo, allevandolo con un sentimento simile a quello materno e soprattutto narrandogli le storie prese dal libro di famiglia. Nonostante tutto gli altri continuano a considerarlo un amsatnaf (fantasma) ma arriva il momento di scappare, di immergersi nel bosco così oscuro e abitato da sconosciute e terribili creature. E chissà che proprio il bosco non gli riveli chi davvero è Waldo Basilius.

Lo si potrebbe definire un romanzo di formazione fuori dai canoni, in fondo osserviamo la
Tiziano Fratus
crescita del piccolo Waldo, il suo sentirsi emarginato, la sua voglia di comprendere ciò che lo circonda e soprattutto se stesso.

Ed è proprio in questa ricerca a prevalere la paura, di ciò che potrebbe scoprire, di ciò non conosce e lo spaventa in profondità, gli attorciglia le budella e lo porta a reazioni che lui stesso mai avrebbe immaginato.

Ma soprattutto “Waldo Basilius” è pura poesia. È la poesia di Tiziano Fratus (classe 1975, scrittore, poeta e appassionato ‘cercatore d’alberi’) che tratta le parole come fossero lievi e malleabili, dando a Waldo quella consolazioni che tanto cerca. Parole che si amalgamano con le illustrazioni da brivido, in bianco e nero, di Emanuele Giacopetti (classe 1982, spazzino e illustratore di professione).

“Certo, la Signora Magher lo nutre, gli urla le storie dei nasi, ma Waldo sa bene che quello non è il suo posto. Lui vive lì, ma la sua gente è altrove.”

Ottanta pagine da leggere tutto d’un fiato, una copertina bellissima, una storia per lettori dai 9 anni in su, un’allegoria delle difficoltà dell’esistere di tutti noi. Da leggere!


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