Magari domani resto, Lorenzo Marone |
“Mia madre avrebbe risposto che abbiamo quello che ci siamo guadagnati, io, invece, penso che non esista un dio che distribuisce pene e meriti, è semplicemente la vita, che prende da alcuni e dà ad altri, come un’onda che si abbatte sulla spiaggia e tira via con sé una formina conficcata nella sabbia per poi restituirla a un nuovo bambino seduto sulla riva dalla parte opposta della costa.”
È da un po’ che avevo
notato questo romanzo in libreria, poi l’ho ritrovato tra i finalisti del
premio Bancarella 2017. Non mi fido mai troppo dei premi letterari ma negli
stessi giorni una cara amica, lettrice fortissima, una che sa leggere con la L
maiuscola, me ne ha parlato bene e così ho ceduto e mi ci sono buttata anche
io! E vi dico subito che non me ne sono pentita per niente, anzi!
“Magari domani resto”
(Feltrinelli, 2017) è la storia di Luce, poco più che trentenne, che all’inizio
del libro si presenta in questo modo: “Siamo a Napoli, Quartieri Spagnoli. Io
vivo qui. Il mio nome è Luce. E sono donna.” Già questo è un preambolo
bellissimo e come non andare avanti dopo queste parole!
Luce è un avvocato con a
capo il settantenne, cascamorto di seconda professione, Arminio Geronimo, con
un cane trovatello di nome Alleria (detto anche Cane Supremo), una madre, un
fratello, un padre scappato di casa quando era piccola e un ex ragazzo codardo
anch’esso fuggito da un giorno all’altro dalla sua vita. E poi c’è Carmen con
suo figlio Kevin, conosciuti da Luce a causa del marito della prima, un boss malavitoso,
che vuole portarle via il figlio. E poi ancora Vittorio, anziano vicino di casa
costretto da anni su una carrozzina.
Luce è una delle eroine
italiane più belle e più interessanti degli ultimi anni, non compie atti di
coraggio o chissà che, ma semplicemente vive ogni giorno da donna, rivendicando
i propri diritti, mostrando la propria forza, nonostante tutti quei lati oscuri
del suo carattere, e la voglia di non cedere al mondo di quegli uomini convinti
di essere superiori.
È una madre in potenza, pur non avendo figli suoi, è una
ragazza che tenta di capire, di perdonare, di raggiungere quella serenità tanto
agognata.
Lorenzo Marone |
Alle prese con una città bellissima,
per quanto dura e talvolta oscura, è un piacere ritrovarsi tra le sue strade,
con i suoi colori, il mare, la gente, che possiede però come lato negativo quella
porzione di popolazione che porta avanti la camorra, la mafia del posto, a
rendere la vita ancora più complicata.
Vi è poi l’idioma locale,
il napoletano, tanto adoperato nei dialoghi, ma per nulla difficile da
comprendere né fastidioso per chi non ne ha familiarità. È questo anzi un
aspetto che rende la storia ancora più intima e particolare.
Luce vive la vita di ogni
giorno tra dubbi, timori e tutte quelle incertezze tipiche di chi possiede la
consapevolezza di quanto sia difficile esistere. Ma anche con tanta ironia che
porta il lettore a sorridere più di una volta.
È così semplice innamorarsi
di lei e delle storie, così attuali e intrise di nostalgia, dei personaggi che
abitano questo romanzo del napoletano Lorenzo Marone, classe 1974, laureato in
giurisprudenza come la sua protagonista, il quale spero davvero possa meritatamente
aggiudicarsi il Bancarella.
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