L'imperfetta meraviglia |
“Questo fiordilatte contiene l’essenza di cose vissute, o anche solo sfiorate, o immaginate; un insieme di elementi indefinibili e inafferrabili che per lei sono l’essenza dell’imperfetta meraviglia. Però adesso avrebbe un disperato bisogno di riscontri esterni, e qui in gelateria non sta entrando proprio nessuno, né sembra probabile che entri nelle prossime ore. E se non c’è nessuno ad apprezzarla, la meraviglia, che senso ha avuto catturarla, ammesso che ci si riuscita davvero? Chi glielo può dire, se l’ha catturata, o se ha solo preso un abbaglio?”
Milena Migliari e Nick
Cruickshank. Gelataia italiana lei, stanca degli uomini e per questo convive da
alcuni anni con Viviane, nella splendida Provenza; vocalist dei Bebonkers lui,
di origine scozzese, in procinto di sposare Aileen ed impegnato con l’organizzazione
del concerto della sua ormai famosissima band.
Due vite completamente
differenti accomunate però dall’aver raggiunto un punto di stallo. Lei adora
creare gelati, lo fa con passione e sente che i suoi non sono semplici gelati, bensì esperienze ricche di sensazioni, profumi, sapori, ma non tutti sono in grado
di comprenderlo. Viviane era così appassionata ma negli ultimi tempi sorvola su
ogni cosa e pare avere in testa solamente l’idea di avere un figlio, per questa
ragione presto Milena si sottoporrà alla fecondazione assistita, pur non
essendone troppo convinta.
Nick sta per sposarsi, si tratta del terzo
matrimonio, con quella Aileen che inizialmente pareva rispecchiare i suoi
ideali di donna, ma ora quella magia è finita, il ritmo è cambiato tra di loro.
Fino a quando Milena si ritrova a casa di Nick perché qualcuno ha ordinato
alcuni chili di gelato, e qui accade qualcosa, in positivo e negativo, si crea
una sorta di vortice che potrebbe sconvolgere la quotidianità di tante persone.
Un nuovo libro di Andrea De
Carlo, anche stavolta tanto atteso. Ne sono passati di anni da quando uscì “Treno
di panna” (Einaudi, 1981) ed era il 2014 quando venne pubblicato l’ultimo
romanzo, “Cuore primitivo”.
Nonostante l’apprezzamento
della critica nei confronti delle ultime opere è probabile che ai lettori
fedeli pensassero ancora ai vecchi tempi, a quelle sensazioni
provate leggendo “Due di due” (Mondadori, 1989) o “Di noi tre” e sembra proprio
che con “L’imperfetta meraviglia” (Giunti, settembre 2016) ci sia riuscito.
Un De Carlo certamente
più maturo e consapevole rispetto ai primi libri, ma con quel tocco di sconsideratezza
e intensità che mancava da un po’.
“L’imperfetta meraviglia”
è un cercare di comprendere quegli aspetti della quotidianità che possono
portare ad un inevitabile crollo, è l’insicurezza che proviamo quando intorno a
noi nulla sembra andare bene, è il sentirci inadatti alla vita che stiamo vivendo.
Andrea De Carlo |
Ma è anche la ricerca di cambiamenti, uno scavare dentro noi stessi, un non
voler dare nulla per scontato, un incontro tra anime fragili.
Per quale motivo non
dovremmo essere fautori delle nostre scelte? È giusto desiderare cambiamenti
quando si è perso l’entusiasmo iniziale? Sono questi alcuni degli interrogativi
che ci si pone durante, e dopo, la lettura de “L’imperfetta meraviglia”.
La
meraviglia imperfetta è la vera protagonista, con il suo carattere effimero,
con il suo saper sorprendere, con la sua imperfezione.
Trecentosessantotto
pagine da divorare, tra le quali è interessante cogliere i punti di vista dei
protagonisti, non più giovanissimi, ormai da tempo alle prese con situazioni e scelte
non semplici.
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