martedì 10 giugno 2025

“Vita nostra. Tentativi ed errori” di Marina e Sergej Djačenko: il capitolo conclusivo della magica duologia

Vita nostra. Tentativi ed erroriMarina e Sergej Djačenko

“Saška respirava con affanno dalla bocca. Non riusciva ad afferrare nessun livello semantico, mentre lo schema tracciato in blu sulla lavagna bianca si snodava, si protraeva, si disponeva nel tempo e nello spazio. L’intreccio dei simboli creava un buco nella realtà che apriva un varco nel mondo del caos, e da quel varco – da quella frattura – spirava un freddo atroce. Proprio nell’istante in cui Saška desiderò allontanarsi, lo schema, come una creatura vivente, percepì la sua presenza. Irruppe nella sua testa come una piovra metallica, ficcandole i tentacoli negli occhi e nelle orecchie, e la sensazione fu talmente netta, talmente fisica, che Saška avrebbe voluto urlare.”

Saška ha superato i tre anni all’Istituto di Tecniche speciali di Torpa, ha affrontato l’esame finale per riconoscersi parte del Grande Discorso, scoprendo di essere una Parola d’ordine.

Il suo ruolo è importante come le era stato predetto e la potenza di questo la potrebbe condurre al sovvertimento dell’ordine delle cose. La giovane ragazza però è stanca e nonostante la voglia di lavorare duramente non sia mai scemata si rende conto di non avere le forze necessarie. Farit, che sa sempre esser convincente, trova il modo per farla tornare a scuola per correggere i propri errori e provare a riecheggiare come parte del Discorso.

Qui ritrova i suoi compagni, scopre accaduti che fino a quel momento ignorava e soprattutto capisce che grazie e a causa dei suoi poteri non può più permettersi di fallire, il prezzo da pagare sarebbe peggiore delle morte e dovrà scegliere se lasciarsi andare o farsi valere e andare fino in fondo, ricordando che nulla può fermare l’amore da lei tanto cercato.

“Vita nostra. Tentativi ed errori” (Fazi Editore, 2024, traduzione di Silvia Carli 2024) è il seguito, e la conclusione, di “Vita nostra” dei coniugi Marina e Sergej Djačenko, originari di Kiev e attualmente residenti in California.

Siamo tornati a Torpa, paesino affascinante ed inquietante al tempo stesso, nessuno pare sapere cosa accado dentro le mura di quella scuola ma noi sì e vogliamo saperne ancora di più.

“Il centro storico di Torpa, per quanto strano, era accogliente e pittoresco. I ciottoli brillavano sotto la luce dei lampioni, le stradine serpeggiavano tortuose e i muri in mattoni ospitavano oscure nicchie misteriose.”

Saška è cresciuta ma ancora non pienamente consapevole del suo potere vaga alla ricerca di qualcosa che forse è amore, forse è solo rivalsa per tutto ciò che ha subito per arrivare fino a lì.

Ancora una volta ci troviamo avvolti da un’aura magica, un mix di avventura e incanto, fantascienza e filosofia; gli scenari sono davvero particolari e la storia è di quelle che fanno pensare e ripensare alla ricerca di un senso logico che in un certo momento ci rendiamo conto non essere fondamentale.

“Le affiorò un sorriso sardonico: cos’era giusto fare, chiarirsi con lui? La persona che aveva dentro imbrogliò la sua volontà da verbo, come una farfalla in un barattolo che finge di essere morta, in attesa che il tappo si sollevi per librarsi verso la libertà con un ultimo sforzo.”

Marina e Sergej Djačenko
Morti e rinascite sono sempre protagoniste ma Saška, e noi con lei, vorrebbe solamente riecheggiare e risuonare. Spesso tutto ciò che accade non ha senso ma affascina ancora di più proprio per questa ragione. 

Saška scopre anche l’amore, forse per la prima volta, e si rende conto di quanto questo possa farla sentire fragile e inconsistente, un po’ come Perelà che, nel romanzo futurista di Palazzeschi, si trasforma in nuvola di fumo dopo una vita complicata.

“Saška si era fermata sulla soglia del salotto. Si sentì a disagio: all’improvviso ebbe paura che il tempo smettesse di nuovo di essere una successione di secondi ma diventasse un odore o un sapore, e temette di perdere i confini del proprio corpo, di sbriciolarsi in polvere o espandersi in nuvole di fumo.”

Definirlo fantasy sarebbe riduttivo, racchiuderlo in un genere vero e proprio non sarebbe corretto, ma vi è tutto ciò che cerchiamo da un romanzo che sia coinvolgente, ricco di suspence, talvolta commovente e senza dubbio indimenticabile.

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