giovedì 27 giugno 2024

“La porta” di George Simenon: gelosia e ossessione a Parigi tra ferite di guerra e cuori spezzati

La porta, Georges Simenon

“Ma che cosa ne sapeva in realtà? Le mogli che stavano a casa tutto il giorno non avevano a volte gli stessi dubbi riguardo ai loro mariti? Però erano donne, e non erano menomate dalla mancanza delle mani. Quando il loro compagno tornava a casa potevano abbracciarlo e andare a passeggio con lui senza che la gente si voltasse a guardarli con aria di commiserazione. Non soffrivano, nonostante questo, dello stesso tipo di gelosia che ogni tanto assaliva lui? Non accadeva loro di cercare nell’uomo che tornava a casa la traccia di un profumo estremo?”

Bernard Foy e Nelly sono sposati, vivono in un bel quartiere di Parigi e si amano da più di vent’anni, oggi ancora come allora. Bernard non ha più le mani, perse in guerra saltando su una mina, e da tempo ormai trascorre il suo tempo dipingendo abat-jour, osservando ciò che accade fuori dalla finestra e soprattutto aspettando il rientro dal lavoro della moglie. 

Questa routine è divenuta di recente un’ossessione a causa della gelosia per quella vita più movimentata della sua che conduce Nelly.

A peggiorare il tutto la richiesta da parte di un’amica di sbrigare piccole commissioni per il fratello illustratore che, inchiodato su una sedia e rotelle, si è trasferito nel loro palazzo.

Quello di Bernard è ora un vero e proprio malessere fisico per il quale neppure i medici sanno cosa fare; il consiglio del dottor Aubonne è di prendersi una vacanza lontana da casa ma per lui sarebbe un ulteriore motivo di stress e il suo controllo maniacale potrebbe venir meno. 

Si tratta di angosciosi pensieri senza fondamento o c’è qualcosa di più? Il loro amore è davvero ancora saldo come i primi tempi o il passato complicato di entrambi ha modificato il loro rapporto senza che loro siano in grado di ammetterlo?

“La porta”, scritto da Georges Simenon nell’estate del 1961, appartenente al ciclo romanzi duri è ora tradotto in italiano da Laura Frausin Guarino e pubblicato dall’Adelphi (giugno 2024).

Simenon ci ha abituato alle storie di uomini sposati (e non) in crisi e questa volta si aggiungono la guerra, quella che gli ha rubato le mani insieme a tutto ciò che riguarda il senso del tatto, e la storia di abusi e di un passato per nulla semplice della moglie.

Il protagonista maschile non può non riportarci a Jeffries, il protagonista costretto in sedia a rotelle del racconto di Cornell Woolrich reso poi famoso da “La finestra sul cortile” di Hitchcok. Come lui anche Bernard osserva tutto ciò che accade al di là della sua finestra, sa ciò che fanno i vicini di casa, saluta la moglie dalla finestra e conosce l’orario esatto al quale rientra ogni sera, ogni minuto di ritardo peggiora la sua ansia e le ossessioni volano ancora più alte.

“Perché, dopo tutto, erano vent’anni che viveva con lei e non si era sempre tormentato a quel modo. Era geloso, certo, come, aveva ragione di credere, la maggior parte degli uomini sono gelosi. Era perché si sentiva invecchiare mentre sua moglie, al contrario, ringiovaniva? Oppure i medici si sbagliavano e lui si trovava in condizioni di salute molto precarie?”

Georges Simenon
E poi c’è la porta di casa spesso socchiusa di quel nuovo giovane inquilino e la moglie sembra sempre più bella e desiderabileprobabilmente non è l’unico a pensarla in quel modo.

E se fosse solo malato e i medici non fossero in grado di stilare una diagnosi corretta?

Vi è un’unica certezza: tra Bernard e Lucy qualcosa è cambiato e nonostante i loro tentativi di mascherare la situazione questa non potrà che precipitare in un finale inaspettato ma col senno di poi intuibile fin da subito.

Uno dei romanzi più belli di Simenon, un crescendo di tormenti, gelosie e sensi di colpa circondati da un amore profondo presumibilmente senza fine.

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martedì 25 giugno 2024

“L’amore è un fiume” di Carla Madeira: lo spiazzante esordio letterario della scrittrice brasiliana

L'amore è un fiume, Carla Madeira

“Se c’è qualcosa che non manca al mondo è la gente destinata a non incontrarsi mai. Si nasce in paesi lontani e non ci si incrocia nemmeno per caso. Un vero spreco. Chissà quanti incontri destinati a non verificarsi mai si sarebbero rivelati travolgenti. Per affinità, per improbabile attrazione, per i casi della vita, per qualche reagente occulto, chi può dirlo? Quanto amore perduto in queste asincronie.” 
Venâncio e Dalva sono sposati e si amano in modo profondo e totale e sono l’invidia di chiunque li osservi. La loro unione va oltre ogni legame terreno e sembrerebbe che nulla possa turbarli. 

Così non sarà a causa di un qualcosa che stravolgerà completamente e in maniera devastante il loro equilibrio. 

In questo non-equilibrio si insinua Lucy, prostituta dal passato complicato, orgogliosa del suo lavoro e del suo essere desiderabile e desiderata. Nessuno può dirle di no e nessuno lo aveva mai fatto prima di Venâncio che arriva, si trascina la prima prostituta che trova e ignora Lucy accendendo in lei una passione incontenibile. Il giorno in cui lei otterrà ciò che voleva arriverà ma sarà ben diverso da come immaginava e sarà lui a volerlo. 

“L’amore è un fiume” (Fazi Editore, traduzione di Daniele Petruccioli, da oggi, venticinque giugno, in tutte le librerie fisiche virtuali, è il romanzo di Carla Madeira, classe 1964, divenuta il nuovo fenomeno della letteratura brasiliana. Un libro veramente forte, spiazzante, commovente e capace di far riflettere travalicando tutti i concetti di morale. 

“Perdere l’amore è un annottare interno, una memoria del corpo evocata dal tramonto, che tinge di rosso il cielo. Per chi rimane solo, dopo avere amato, l’arrivo della sera è intollerabile.” 

Dalva e Lucy, apparentemente così diverse, combattono contro una realtà patriarcale e si ritrovano più vicine di quanto avrebbero mai immaginato. 

È una storia di donne, di uomini sbagliati, di coraggio, di violenza, di lotta e di crescita. Una climx di emozioni e fatti che non possono non disorientare portandoci a giudicare qualcosa che va soppesato con attenzione. 

Ci si ama, ci si odia e ci si perdona ma in quale ordine e con quali motivazioni? 

“Si chiese se una donna abbia il diritto di perdonare l’uomo che la prende a botte. Non trovò risposta, forse non c’era.” 

Carla Madeira dà il meglio di sé in questo suo romanzo d’esordio dalla scrittura riconoscibile,
Carla Madeira

delicata e forte al tempo stesso, senza fronzoli e con immagini e parole dirette. Una vertigine che culmina in un fatto sconvolgente, da brividi. 

Dall’amore si passa a qualcosa difficilmente descrivibile per terminare poi con un finale che tenta di rimediare al peggio e che lascia a noi il compito di trovare possibili scenari futuri che possano essere adeguati. 

Come dice il titolo “L’amore è un fiume” e come tutti i fiumi può essere cheto ma anche imprevedibile e straripare improvvisamente e senza avvertimento. 

“L’amore, quando nasce forte, ha fretta di diventare eterno. Non considera di essere fatto di carne madida. Quei due presero a vivere il loro desiderio impreparati a qualunque limite, badavano sempre meno alle regole, agli altri, all’obbligo della compunzione. Gli interessava solo la vertigine. E si sa, ignorare il resto del mondo dà noia al mondo, così incapace di sopportare una dose troppo abbondante di felicità.”
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