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La pittrice di Tokyo, Sarah I. Belmonte |
“Ma consegnò più tristezza di quella che potevo immaginare di provare. La valanga, che arginavo con bacchette di bambù, si ruppe travolgendomi, e non riuscii a finire il mio pane e latte, lo osservai gonfiarsi oltremodo dentro a una vecchia ciotola ormai sbeccata che mi ero portata cinquant’anni prima. E io ero come quel pane, piena di Palermo, dentro un involucro partorito da qualche parte in Giappone.”
Siamo nella Palermo del
1938, alla vigilia della Seconda guerra mondiale. Jolanda è una giovane donna
in età da marito che di sposarsi non vuole sentirne; macchina fotografica
sempre in spalla vuole essere libera, lavorare, cosa non semplice in quegli anni
per una donna siciliana, e godersi la vita. È questo il motivo per il quale si
ritrova a scrivere poesie sotto falso nome e a svolgere il lavoro da fotoreporter
che il padre le permette di svolgere in attesa del matrimonio. Poi un giorno
scopre che una misteriosa benefattrice ha pagato per lei un biglietto per Tokyo
ed è così che viene a conoscenza
di O’Tama Kiyohara, artista giapponese che per amore trascorse più di
cinquant’anni a Palermo, creando un ponte tra le sue due isole. È per Jolanda
un nuovo entusiasmate inizio fatto di bellezza, di tradizioni, di nuove visioni
e, chissà, di nuovi amori.
“La pittrice di Tokyo” (Rizzoli, gennaio 2022) è l’ultimo bellissimo romanzo
della scrittrice siciliana Sarah I. Belmonte nel quale storia e
tradizione, biografia e finzione si fondono con forza e delicatezza al tempo
stesso.
O'Tama Kiyohara è stata realmente un'artista
giapponese vissuta a lungo a Palermo insieme al marito Vincenzo Ragusa,
noto scultore, ed è reale il fatto che fu la prima artista giapponese a
dipingere nello stile occidentale.
Una storia al femminile che
narra la difficoltà delle donne nel realizzare le proprie aspirazioni e andare
oltre le mire matrimoniali di genitori che non comprendevano quanto fosse importante
anche per esse poter vivere nella libertà di pensiero e di movimento.
“Mi conosce troppo bene,
ma sa che cosa sarebbe successo se in giro si fosse saputo che quelle parole
erano di una donna e non di un uomo, come se la libertà e la giustizia avessero
un sesso, come se potessero essere partorite solo da loro. Eppure a partorire
sono le donne, ma le nostre idee devono restare dietro alle spalle di un Signor
Nessuno qualsiasi.”
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Sarah I. Belmonte |
Si parla di arte, di
amore passionale, di donne coraggiose e ferme nelle loro idee, donne che per
raggiungere i loro obiettivi si imbarcano per un lungo viaggio verso mete
lontane dalle loro origini e famiglie.
“La vita non è mai un
viaggio con un’unica rotta e il passato deve essere un luogo a cui ritornare
per essere felici.”
“La pittrice di Tokyo” è bello, sognante, spietato, fortemente attuale
per le tematiche trattate, ben scritto e non si vorrebbe mai giungere ad una
conclusione.
Sarah I. Belmonte, nella
cui scrittura mi ero piacevolmente imbattuta già qualche anno fa, ha scritto un
romanzo molto bello grazie al quale ci ha permesso di conoscere le vicende di
una grande donna innamorata dell’arte e della vita che ha saputo riscattarsi dalle
imposizioni di una società arcaica e le cui opere sono ancora qui per
ricordarci le sue abilità e il suo esempio di femminilità a tutto tondo e di
determinazione.
Se amate il Giappone vi innamorerete di questo romanzo, se non lo amate comincerete a farlo al termine di questa incantevole lettura.
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