Ombre nella pietra, Alex Coman
“S’incamminò lungo il marciapiede, accontentandosi di sentire l’erba sotto le suole delle scarpe. Si concesse solo un secondo per alzare gli occhi sul soffitto della Bolla e osservare la proiezione del cielo sereno, decorato con qualche nuvola qua e là. Uccelli volavano spensierati sopra le fronde degli alberi, volavano e cantavano.”
Mina e Robi vivono a
Monte Alto, circondati dall’oceano che porta un’aria fredda e corrosiva. L’unico
modo per non morire è riuscire a trascorrere più tempo possibile nella Bolla,
dove l’aria è pulita e la natura prospera. Sono però obbligati ad indossare l’ombra,
rinunciando ad ogni libertà e dignità e a poter comunicare con i cittadini.
Il resto del tempo sono
costretti a passarlo nella grotta, nel grigiore e sempre esposti ad ogni
pericolo e minaccia da parte degli altri abitanti. Ogni persona indossa un
collare ed è tramite questo che vengono assegnati gli incarichi. Ogni ordine,
ogni informazione, anche vitale, è nota a tutti e tutti possono farne un uso
che non sempre è lecito. Mina e Robi sono legati l’uno all’altro, l’una
morirebbe per l’altro e viceversa.
Gli apparenti, e talvolta
illusori, momenti di serenità possono ribaltarsi da un momento all’altro. Robi ha
dovuto obbedire agli ordini ritrovandosi in una situazione da incubo e quando
viene a sapere delle sobillazioni nei confronti di Mina s’infuria e si convince
di dover fare qualcosa a tutti i costi.
“Ombre nella pietra” (Delos Digital, maggio 2021) è l’ultima pubblicazione dello scrittore ternano (nato in
Romania, si è trasferito a Terni all'età di tredici anni insieme alla famiglia)
Alex Coman (da sempre appassionato di scrittura, fa parte dello staff del Terni
Horror Fest, festival che si svolge ogni anno nella sua città; è uno degli
ScrittoriSopravvissuti, una trasmissione su Radio Galileo in onda ogni giovedì
ed è uno dei recensori del sito www.leggeredistopico.com; nel 2020 ha
pubblicato il suo prima romanzo, “Tra le stupide righe”, Argento Vivo
Edizioni).Alex Coman
Un racconto lungo, cinquanta pagine circa, che ci catapulta in un mondo distopico dalle sfumature dark, quasi horror. L’uomo si trasforma in ombra, l’aria è tossica e la si può respirare per sole centocinquanta ore di fila, ed un collare collegato in rete tiene tutti sotto controllo e impartisce ordini che ledono l’emancipazione e la rispettabilità umana.
Il racconto contrappone i
due mondi ancora esistenti, quello della Bolla, rigoglioso e colorato, e quello
delle grotte, grigio e privo di forme di vita vegetali o animali.
Ad accumunarli è però la
violenza, identica nelle sue forme, nel futuro distopico del racconto così come
nella nostra realtà presente.
“Mina si chiuse il piccolo
cancelletto di ferro battuto alle spalle e si ritrovò sul marciapiede verde,
piante e fiori alti fino alle ginocchia a delimitarlo dalla strada di prato, il
verde puntellato dai colori dei petali. Si chiese ancora una volta se qualcuno
si fermava mai a sdraiarsi sopra, a sentire l’erba tra le dita e sulla
schiena.”
Un mix di fantascienza, thriller e distopico.
“Ombre nella pietra” è spaventoso, intrigante, molto ben
scritto. Le pagine scorrono veloci ma nulla di quanto leggiamo è banale ed è
impossibile non rabbrividire al pensiero che, in un futuro non troppo lontano,
potremo trovarci a vivere scenari simili.
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