Maregrigio, Vincenzo Restivo |
“E ha un suono ben definito, l’anima di Pasquale. Marisa ha imparato a riconoscerlo stringendosi a lui e poggiando l’orecchio sulla sua schiena, sulla pancia o sul petto. Ha il suono dell’affanno e della frenesia. È il suono della vita che comincia, e della consapevolezza azzardata di poter realizzare tutti i desideri del mondo.”
Teresa Miele è una
giovane donna ma non sa cosa significhi vivere in modo spensierato perché costretta
a vendere il suo corpo a uomini bavosi che la utilizzano per i loro porci comodi.
La sua realtà è oscura ma sa che c’è qualcos'altro e forse può provare a cambiare
la sua esistenza.
Ezio ha sedici anni, è innamorato di Francesco ma l’omofobia
di quest’ultimo e dei suoi amici non gli rendono la vita semplice.
Poi ci sono
Stefano e Diego, fratelli adolescenti, alla ricerca dell’avventura, che giocano
a fare i grandi con il rischio di finire male.
E poi Marisa, madre e moglie che
evade la realtà grazie alla eccitante relazione segreta con Pasquale, amico dei
suoi figli.
E infine ci sono gli altri che a Dragona attendono con trepidazione
della Madonna sull'acqua.
“Maregrigio” (Milena
Libri, giugno 2020), l’ultimo romanzo del marcianisano Vincenzo Restivo, è un
groviglio di emozioni, di corpi, di cieli, di dolore.
Quelle che inizialmente
paiono come storie separate tra loro diventano ben presto un tutt'uno, perché ogni
personaggio ha la sua storia da raccontare e questa non è mai priva di altri
protagonisti con i relativi vissuti.
Teresa combatte contro le
differenze e le costrizioni di genere ed un mondo che, ancora oggi, separa in
modo troppo netto maschi e femmine.
“Fu proprio una di quelle
notti che glielo disse, con quel coraggio che hanno solo gli ingenui.
Approfittò del fatto che le era rimasto addosso, con una guancia che le
schiacciava il seno e tutta quella bava che le bagnava la pancia. Gli confessò
che non voleva essere femmina, anzi che le faceva proprio schifo, essere
femmina. E quando ebbe finito di parlare, si era sentita pure meglio.”
Tutti patiscono la mancanza
di libertà di essere ciò che ci si sente, chi perché vorrebbe crescere anzitempo
per emulare le vite degli adulti, chi perché spinto da pulsioni naturali
considerate dai più riprovevoli.
Vincenzo Restivo |
La colpa che li accomuna
è quella di essere nati nella periferia dove accade di tutto ma nella quale, al contempo, nessuno parla e attende con rassegnazione il proprio destino o che la
Madonna faccia il miracolo e porti via con se il dolore di vite subite.
“Lei non aveva mai
davvero capito cosa fosse la crudeltà, quanto fosse giusto chiamarla così.
Forse, se avesse intuito la crudeltà nelle carezze di suo padre, avrebbe saputo
evitarla.”
Sacro e profano si intersecano
in continuazione, ognuno osserva la luce negli occhi degli altri e tentano di
attaccarsi a quella luce come fosse la sola speranza possibile.
Fresco di riconoscimento al
Premio Letteratura Napoli Cultural Classic 2020 per la Narrativa, Vincenzo
Restivo ci regala un nuovo intenso romanzo che segue la scia del precedente “La
Santa piccola” (Milena Libri, 2017; di questo è in progetto un adattamento
cinematografico con la casa di produzione RainDogs di Roma), storia dolce e
crudele sui temi della prostituzione minorile l’omosessualità.
“Maregrigio” trascina ogni
cosa con sé, tra attimi di sospensione, attesa, indecisione, tra luce ed ombra,
tra fatti e pensieri, risultando così fortemente attuale e toccante, dall’inizio
alla fine, con pagine che volano via con rabbia e dolore profondi.
In una parola bellissimo, e carico di frasi che toccano il cuore per non essere più dimenticate.
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