mercoledì 3 giugno 2020

“L’invenzione di noi due” di Matteo Bussola: la fatica dell’amarsi e l’importanza delle parole

L'invenzione di noi due, Matteo Bussola

“Cominciai a scrivere a mia moglie dopo che aveva del tutto smesso di amarmi. Solo allora mi venne l’idea. È triste, tragico persino, ma torniamo a occuparci delle cose quasi sempre quando sono finite. Forse la fine è l’unica condizione in grado di smuoverci davvero. Forse è solo che, per risvegliare il nostro desiderio di agire, abbiamo bisogno di una distanza, la sensazione di dover recuperare un’opportunità che ci appare lontanissima, perduta. Irrimediabile.”

Di storie d’amore ne leggiamo e ne circolano davvero tante ma quante di queste potrebbero essere descritte come verosimili e in quante riusciamo realmente a rivedere noi stesse/i?

Sì, non nego che sognare ad occhi aperti a volte sia piacevole ma lo è ancora di più ritrovarsi tra pagine che raccontano verità.

“L’invenzione di noi due” (Einaudi, maggio 2020), ultimo romanzo di Matteo Bussola, è la storia di Milo e Nadia, marito e moglie da anni e legati da qualcosa che credevano fosse così forte che avrebbe permesso di non cambiare mai il loro amore

Ma la realtà non è così semplice, lei sembra essersi spenta e lui non sa più cosa fare per riportarla a sé. Fino a quando non gli viene l’idea di scrivere delle lettere alla moglie fingendosi un altro. Tra le parole che si scambiano ci sono tutte le paure, le speranze e quelle confessioni che mai si erano scambiati prima di allora. Nadia comincia a ritrovare la voglia di andare avanti, Milo se ne rende conto ma con la consapevolezza di non essere stato lui ad evocare tali emozioni e la gelosia fa capolino per la prima volta nel suo cuore. Ora non gli rimane più tanto, meglio fingere ancora o raccontare la verità?

“L’invenzione di noi due” è il racconto del cambiamento, perché nulla è statico, tantomeno le relazioni tra persone che stanno insieme da tanti anni. Una narrazione delicata che non si fa problemi a mostrarsi nella sua spietatezza, nel suo essere così reale, senza remore nell’esprimere emozioni vere, non edulcorate.

“Certi giorni, avrei voluto che Nadia non ci fosse per poterla desiderare ancora, per sognare che esistesse da qualche parte, per avere nostalgia di un chissà.”

Milo e Nadia sono due di noi: lei una donna all’apparenza complicata, ma che in realtà

Matteo Bussola
desidera solo evolversi insieme al suo compagno di vita; lui da’ tante cose per scontato, troppe, e fatica a cogliere i segnali che lei gli invia. Lui è arrendevole, preferisce lasciare le cose così come sono per timore di creare danni, ferito da esperienze passate che ancora bruciano.

“Ma è un fatto che chi ha perso un pezzo di sé, si tratti di un braccio o di un piede, passerà il resto della vita a cercare di tenersi insieme.”

La voce narrante è quello di Milo, un uomo, cosa che non capita così spesso quando si tratta di romanzi che raccontano storie di amore. Ed è forse proprio questo aspetto a renderla una storia per tutti, e in particolare per i lettori maschili, per riflettere, per capire che nulla mai va dato per scontato e che la diversità è ciò che sempre ci contraddistingue, con i suoi pro e i suoi contro.

“Scrivere un romanzo è come l’amore: l’ispirazione può avere la forma di una folgorazione iniziale, ma poi non procede per scatti brucianti, piuttosto si muove per passi lenti, sentieri tortuosi, e richiede una lunga, difficile fedeltà, mentre la storia ma mano si viene formando.”

“L’invenzione di noi due” è amore puro, sincero, forte, è un libro la cui lettura è necessaria e capace di cambiare la nostra vita.

È anche amore per i libri e per la scrittura, così importante e capace di scavare dentro di noi, tra le viscere, andando oltre ogni parola che potrebbe mai essere pronunciata da bocca umana.

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