La trasparenza del camaleonte, Anita Pulvirenti |
“Carminia, quando esce di casa, indossa sempre un paio di occhiali da sole. Perché se qualcuno le parla, non riesce a guardarlo negli occhi. Per questa ragione dicono di lei che sia poco socievole, timida quando va bene, acida o antipatica nella peggiore delle ipotesi. Il problema, invece, è che nessuno la conosce davvero.”
Sentirsi strane e non
capire perché. A volte proviamo a spiegare le nostre ragioni ma quanti sono
disposti ad ascoltarci?
Questa è la storia di
Carminia, una quarantenne che vive sola in città e lavora in ufficio come
dipendente. Le sue giornate sono ben organizzate in ogni minimo dettaglio ed è
sufficiente che anche solo una piccola cosa venga modificata per andare in
crisi.
Lei è sempre stata così, gli altri l’hanno sempre giudicata strana ma
ormai se ne è fatta l’abitudine. I momenti nei quali può davvero essere se
stessa sono quelli nei quali è nel suo appartamento o dalla nonna sull’isola. Poi
un giorno entra in un bar molto particolare e lì prova delle sensazioni nuove che
non comprende subito. Potrebbe essere la via verso nuove scoperte, nuove
consapevolezze e chissà, verso la serenità.
“La trasparenza del
camaleonte” (DeA Planeta, gennaio 2020), romanzo d’esordio della quarantenne siciliana
Anita Pulvirenti, è una bellissima storia di rinascita e di rivincita nei
confronti di una vita dimostratasi per troppo tempo crudele ed oscura.
“Da piccola si diceva che
era nata nel secolo sbagliato. Ma tutti i secoli sarebbero stati sbagliati per
lei. L’unica situazione in cui avrebbe potuto sentirsi appagata, e socialmente
integrata, forse, sarebbe stata nel neolitico: avrebbe avuto un orto, una
grotta tutta per sé e pochi altri primitivi con cui interagire. Nessun doppio
senso, proverbi o espressioni facciali da decodificare. Certo, anche scomodità,
ma potendo scegliere…”
Carminia ha imparato
l’arte della trasparenza, adeguandosi alle varie situazioni proprio come un
camaleonte, in grado di mimetizzarsi ovunque.
Vorrebbe poter diventare
trasparente e andare oltre il dolore, perché nessuno mai ha provato a capirla veramente.
Ma è bellissimo
osservare il cambiamento che le si offre dinanzi nel momento in cui scopre che,
a differenza di quanto le avevano detto i vari specialisti, ha la sindrome di
Asperger.
Finalmente una motivazione reale per tante cose, per i suoi
comportamenti e la consapevolezza che non c’è niente di sbagliato in lei.
Un romanzo scorrevole,
una storia molto bella e delicata, un’occasione per imparare qualcosa di più sull'Asperger al di là dei luoghi comuni e delle false dicerie.
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