Due figlie e altri animali feroci, Leo Ortolani |
“E poi sono così piccole, che quando un po’ pioviggina, al pomeriggio, e le vesti con le mantelline di plastica colorate, una azzurra e l’altra gialla, sembrano due hobbit del SIGNORE DEGLI ANELLI, che camminano tra i fiori, più alti di loro, e vedi solo queste due testine che si raccontano qualcosa nel loro linguaggio, che pare un cinguettio, colorate come due pappagallini, gli uccellini più inutili del mondo. Che però tutti adorano.”
La calda estate pare
essere al termine, il che significa meno caldo e il giungere dell’autunno, la
mia stagione preferita.
Spero abbiate letto tanto in questi ultimi mesi. Io
l’ho fatto e tra i vari libri ci sono stati vari romanzi a fumetti, fra i quali
“Due figlie e altri animali feroci” (Bao Publishing, aprile 2019) di Leo Ortolani.
Conoscevo questo fumettista,
e sicuramente anche voi avrete sentito parlare del suo Rat-Man, ma non avevo
mai letto nulla di suo.
Con “Due figlie e altri
animali feroci” è stato amore a prima vista. Lo stile dei fumetti mi piace
tantissimo e amo il fatto che questo libro sia nato da uno scambio di
lettere internazionali che risale al periodo trascorso da Ortolani e la moglie
in Colombia, per adottare due piccole e dolcissime selvagge.
Si parla di adozioni,
delle difficoltà che due aspiranti genitori devono affrontare per riuscire a
portarsi a casa un bambino, o in questo caso due bambine, molto legate tra loro,
la burocrazia infinita, i ‘depistaggi’, le domande assurde, i bluff di alcune
associazioni.
Un percorso non certo
semplice, solo i più decisi ce la fanno, ma ricco di emozioni, soprattutto nel
momento in cui ci si ritrova davanti a delle scricciole così curiose, ma anche
impaurite e dai caratteri particolari e tutte da scoprire.
L’ironia è la
protagonista principale, lo è in questo libro così come lo è nella vita di
tutti giorni ed Ortolani ci mostra come sia importante sdrammatizzare anche
nelle situazioni più complicate.
Leo Ortolani |
Oltre centottanta pagine
nelle quali Ortolani si trasforma in padre, con tutti i dubbi e le incertezze
del caso, fa sfoggio del suo spagnolo, e scopre con Cate una Colombia non
troppo inedita.
Di inedito ci sono le due piccole delle quali è impossibile non
innamorarsi, immedesimandosi nell’amore dei due neo genitori.
“E in questo Lucy Maria
Repetita Iuvant non ha tutti i torti. In questo hotel, ma anche nell’hotel di
Cali, quando chiediamo qualcosa, sembra sempre che non ci capiscano. Ora, se le
cose le dico io, a meno che non incontri uno di Padova, qui in Colombia non è
che parlino il veneto, e va bene, non mi capite, non c’è problema. Ma se parla
in spagnolo la Cate, che lo ha studiato all’università e ci ha fatto pure la
tesi, in spagnolo, allora cosa devo pensare?”
La mia prossima lettura
di Ortolani sarà “Cinzia” (novembre 2018), la storia della transessuale platinata nata nella
saga di Rat-Man.
Sono d’obbligo i complimenti
a Leo Ortolani per il coraggio nello scrivere e disegnare storie di questo tipo
e alla Bao Publishing che quest’anno compie dieci anni e vanta un catalogo
(creato dalla collaborazione di sole 14 persone) ricchissimo e incredibilmente
interessante.
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