Il club delle pecore nere |
“Ma se non fossi destinato a essere felice? Se alle pecore nere come me non spettasse un posticino nel mondo in cui godersi la pace?”
Samuele, Nicole, Ivan,
tre giovani trentenni che vivono a Milano, tre caratteri differenti ma con un aspetto in comune: la difficoltà nell’essere loro stessi. Samuele ha di recente
fatto coming out e poco dopo ha abbandonato
il promesso marito, Gilberto, sull’altare, si sentiva soffocare; Nicole fa la
spogliarellista, è una femminista convinta e usa tranquillamente la carta
di credito del padre che disprezza; Ivan è un manager che aspira ad arrivare ai
piani alti, guadagnando sempre di più, e per farlo è obbligato a trovarsi una
finta fidanzata.
E poi c’è Rocco, un tredicenne abbandonato dalla madre a casa
dei tre amici, il più fragile all'apparenza ma in realtà il più saggio ed
assennato. Tra storie complicate di famiglia, idee strampalate e conflitti
interni i quattro vivono una serie di avventure che fanno sbellicare dalle risa e al contempo riflettere su una serie di questioni che ci coinvolgono, in un
modo o nell'altro, tutti.
“Ricominciare dal
principio ogni volta per conoscersi meglio. Antichi vezzi inconcludenti di cui
sbarazzarsi, fobie da sviscerare, angoli bui su cui far luce. Ma dov’è che ci
nascondiamo davvero? Dov'è la verità sul nostro conto?”
“Il club delle pecore
nere” (Rizzoli, 2019) è il nuovo romanzo, fresco di stampa, dello scrittore
cilentano, classe 1987, Pierpaolo Mandetta, autore, per la stessa casa
editrice, di “Dillo tu a mammà” (maggio 2017) e diventato famoso grazie al
blog prima e ai suoi profili Facebook e Instagram ora.
Avevo amato i libri precedenti
ma con questo mi ha definitivamente conquistato, principalmente per un fatto,
quello di riportare e trasmettere una serie di verità indiscutibili.
“A volte è la
considerazione rigida che abbiamo di noi stessi a fotterci, a toglierci la
libertà che nessun altro ci nega. Siamo carnefici e vittime, mentre il resto
del mondo se la spassa.”
È da subito chiaro che Mandetta non ha scritto
questo romanzo tanto per scrivere qualcosa, ma lo ha fatto ponderando la sua esperienza e quella
delle persone con le quali ha avuto contatti tramite i
social e la sua Posta
del Cuore.
Pierpaolo Mandetta |
I protagonisti sono
quattro ma le storie, che finiscono per intrecciarsi tra loro, sono molte di
più. Si parla di uomini e donne, di etero e di omosessualità, di speranze e di
traguardi spesso disattesi. Si parla di amore, di delusioni, di sesso, della Milano frenetica e delle sue librerie, di
legami affettivi, di genitorialità, di amicizia, femminismo e maschilismo, di
adolescenza, di matrimonio, di figli, di fatica di vivere.
Mandetta regala una
voce ad ogni suo personaggio con credibilità e inconsapevolmente la dona ad ogni lettore che
ride, si commuove, si arrabbia e ritrova se stesso nel profondo.
“Tutti amano l’idea di
sposarsi, e considerano il matrimonio il massimo traguardo della
gratificazione. Come mai la gente vuole farlo? Perché il matrimonio rende
normali. E la normalità ripaga con l’accettazione.”
Quante volte ci siamo
chiesti perché certe coppie decidono di sfornare figli a caso per poi lasciarli
a casa da soli, come si trattasse di uno spiacevole dovere?
“Sembra che siamo
diventati una seccatura! Perché fate figli se poi ci date la colpa di avervi
tolto la libertà?”
E quante volte, noi donne
in particolare, ci ritroviamo a subire le idee degli uomini, ad avere a che
fare con la dominante mentalità maschilista che permea la società? E cosa
significa davvero essere femministe? Dobbiamo continuare a prostrarci dinanzi
ad Adamo per quella costola mancante?
“Il club delle pecore
nere” è un libro importante, una sorta di compendio, in chiave tragicomica,
dell’attualità che stiamo vivendo. È anche l’esempio di come il volere tutto e subito, che caratterizza le nuove generazioni, non porti a nulla di buono, sia
nel breve che nel lungo termine.
“Mamma pensò poi di ficcarmi
in una scuola tenuta da implacabili suore svizzere, dove suor Lucidalba ci
insegnò tutto sulla devozione della donna nei confronti dell’uomo. E ci credo:
suo marito era Dio, mica ce l’aveva tra i piedi tutto il giorno a chiedere
‘dove sono i calzini’, anche se dopo venticinque anni di matrimonio sono sempre
nel secondo cassetto.”
“Il club delle pecore
nere” si fa divorare, ti entra dentro e va oltre, oltre le ideologie, oltre i luoghi
comuni, oltre quelle che ancora oggi vengono definite tradizioni, oltre l’odio
e verso un’unione fatta di amore, comprensione, dolore, fatica e difficoltà nel
portare avanti ciò in cui crediamo.
Perché alla fine ciò che
conta davvero è solamente essere se stessi, o almeno provarci, e fregarsene di
tutti quelli che continueranno a vederci come pecore nere.
Dopotutto immaginate
che noia se tutte le pecore fossero bianche!
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