lunedì 17 giugno 2019

“Nel silenzio delle nostre parole” di Simona Sparaco: quando il non detto può cambiare la vita delle persone


“Io qui mi sono innamorata della mia bicicletta, della luce di ottobre, del paesaggio lunare a gennaio, del verde, della brutalità e di quella non bellezza accattivante che è difficile descrivere a parole. Tu vorresti da me una descrizione di quello che vedo, ma io posso offrirti solo quello che sento. Credo di essermi sentita finora io stessa uno spazio vuoto. Per la prima volta nella mia vita mi sto sentendo piena. E forse è un uso temporaneo quello che sto facendo di me, anche se il mio cuore riesce solo a pensare in termini definitivi.”
Erano due anni che attendevo di poter leggere qualcosa di nuovo di Simona Sparaco, una delle migliori scrittrice dell’attuale panorama letterario italiano. Le sue storie sono sempre molto reali e forti e non c’è romanzo che non mi abbia profondamente toccato.


Le mie aspettative erano quindi piuttosto alte e posso ora dire che non sono state disattese.

“Nel silenzio delle nostre parole” (DeA Planeta Libri, maggio 2019) nasce da fatti realmente accaduti. Forse ricorderete l’incredibile incendio del 2017 nel quale la Grenfell Tower di Londra fu completamente distrutta. Tra i tanti morti anche un ragazzo ed una ragazza italiani. 

Tale evento colpì Simona Sparaco (romana, classe 1978, autrice, tra gli altri, di “Nessuno sa di noi” e “Equazione di un amore”, entrambi per Giunti, “Sono cose da grandi”, Einaudi) che ha deciso di ricreare nel suo romanzo corale le voci di alcune delle potenziali vittime. 

La città protagonista non è la capitale britannica ma la tedesca Berlino, con i suoi incredibili musei, la storia, la musica ma soprattutto le vite di persone che lì ci sono nate o che ci sono arrivate per altri motivi. Il plesso nel quale i protagonisti vivono è un palazzo di quattro piani: Alice è italiana si trova lì perché sta svolgendo il suo periodo di Erasmus, alla ricerca dell’arte che ha imparato a conoscere grazie al padre, e si è innamorata del tedesco Matthias; Bastien è invece il figlio di una signora che soffre del fatto di non avergli mai raccontato alcuni fatti importanti e lui non trova il coraggio di rivelare alla madre qualcosa che potrebbe sconvolgerla; Polina era una talentuosa ballerina classica e ora che ha appena partorito non concepisce il fatto che il suo corpo sia cambiato così tanto, si sente sola con quel bambino che considera ancora estraneo; Hulya è una spettatrice esterna, le piace osservare, riprendere le persone durante la loro quotidianità e pensa spesso a Polina senza averglielo mai però confessato.

“Nel silenzio delle nostre parole”, poco più di duecento pagine, è il vincitore del Premio DeA Planeta 2019, una vittoria meritata per l’intensità della narrazione, per la particolarità e la maestria nel delineare ogni singolo personaggio e per essere tanto brava nel farci ascoltare i loro più reconditi pensieri.


Le storie sono tante e differenti tra loro ma c’è un momento nel quale queste si avvicinano e intrecciano e Simona Sparaco ci mostra come persone all’apparenza così differenti tra loro possano invece rivelare affinità inaspettate.

“Hulya, invece, ai sogni non dà credito; le sembrano un’inutile fuga dalla realtà. Ha elaborato un metodo alternativo per negoziare con la vita: la riprende con il suo cellulare, dividendola in piccoli fotogrammi gestibili, poi la rimonta e la corregge, inserendo filtri, effetti e una colonna sonora.”

Vita e morte diventano una cosa sola ma nonostante tutto è la prima a prevalere, facendo di questo romanzo un vero e proprio inno alla vita, tra sogni, speranze ed esperienze condivise che permangono nel tempo.

“Nel silenzio delle nostre parole” esplicita ciò che troppo spesso, per diverse ragioni, omettiamo, ripromettendoci di rimediare quando avremo trovato le parole e il momento giusti, e il tempo passa, talvolta esaurendosi. Ci ricorda l’importanza delle relazioni, tra genitori e figli, tra amici o semplicemente tra amici di casa e ci insegna ad andare oltre le apparenze e le prime impressioni.

Se perciò avete voglia di un libro nel quale perdervi e ritrovarvi, che vi racconti storie importanti, difficili e felici, e vi faccia commuovere, allora questo è quello giusto.

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