Bambinate, Piergiorgio Paterlini |
“Io dicevo passione. Loro che ero solo arrogante, presuntuoso, saccente. Io dicevo giustizia. Loro mi dicevano megalomane, predicatore da quattro soldi, giustiziere dei miei stivali. Io dicevo schieratevi alzate il culo chi tace acconsente chi è connivente è peggio di chi fa il male chi è complice è peggiore del peggior malfattore. Loro, che ero un esaltato, uno che vedeva la pagliuzza nell’occhio dell’altro e non la trave nel proprio, uno di quelli che cercavano di imporre la democrazia con la dittatura.”
Come molti di voi, amanti
dei libri, sapranno, sabato 20 gennaio 2018 è ricominciato l’amato “Per un
pugno di libri”, ancora una volta condotto da Geppi Cucciari e dal mitico Piero
Dorfles. Chi conosce il programma sa che quest’ultimo non manca mai di
dispensare interessantissimi consigli letterari ed è in questa occasione che ha
presentato “Bambinate” (Einaudi, 2017) di Piergiorgio Paterlini.
Tutto comincia, o meglio
riprende con la comparsa di quell'invito alla cena di
classe con i compagni delle scuole elementari, cinquant'anni dopo. E basta così
poco per riavvolgere il tempo e tornare a quel paesino della Bassa Padana, ai giorni
in cui gli amici e lui, spettatore inerme ma cosciente, si divertivano con il
più debole in maniera crudele, disarmante. Era la metà degli anni Sessanta, era
il Venerdì Santo e i personaggi della tradizione religiosa erano tutti lì,
compreso il piccolo Cristo in croce. Tutti guardavano, ma nessuno vedeva. E se
gli altri avessero dimenticato questo pesante fardello? Forse solo lui ha
continuato a ricordare dolorosamente?
“Bambinate” è un tuffo
nel passato più attuale che mai. Il tema principale è il bullismo ma trattato
in maniera differente dal solito. I protagonisti sono ormai adulti ed è
interessante comprendere quale sia la percezione dei fatti così tanti anni
dopo.
Piergiorgio Paterlini |
Ad uno ad uno vengono
scardinati tutti quei luoghi comuni del genere: ma sì, noi ci divertivamo ma alla fine lui era un pappamolla incapace
di difendersi! Erano scherzi da bambini!
Ma quando si oltrepassa
il limite? E quale è la reale percezione di chi compie l’atto e chi lo subisce?
E quella di chi ha osservato senza fare nulla, evitando di sporcarsi le mani?
Quella di Paterlini (giornalista,
autore televisivo e scrittore emiliano classe 1954) è una prospettiva
interessante, una storia forte dal linguaggio molto particolare, quasi uno stream of consciousness dato dalla
necessità di tirare fuori il dolore e tutte quelle sensazioni tenute dentro per una vita intera.
Un romanzo breve ricco di
spunti e dinamiche, a tratti agghiacciante, da divorare ma sul quale continuare a
riflettere nel tempo.
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