L'ignoto ignoto, Mark Forsyth |
“Leggere una frase aprendo a caso un libro produce sempre una strana sensazione, e sembra quasi che debba significare qualcosa. È una cosa irrazionale, naturalmente, ma gli esseri umani sono irrazionali. Anche la persona più salda e pragmatica sbiancherebbe nel leggere in un libro aperto a casaccio una frase come PREPARATI ALL'INCONTRO CON LA TUA MORTE.”
Sono solamente 20 pagine
e sono state scritte dal giornalista e blogger Mark Forsyth per l'Independent Booksellers
Week ma è un piccolo gioiello per gli amanti dei libri. Un pamphlet che va
dalla letteratura alla filosofia, dalla passione per i libri a quella per l’ignoto.
Sì, perché se ci pensate
oggi abbiamo tutto a portate di mano, o di mouse se siete davanti allo schermo
di un computer o di un qualsiasi altro dispositivo elettronico.
È sufficiente
entrare in una delle tante librerie virtuali, dare un’occhiata tra i titoli in
vetrina, cliccarci sopra e il libro ci verrà recapitato direttamente a casa o
sul lettore di ebooks da noi indicato.
Certo, non c’è nulla di negativo in
questo, è una delle comodità dei nostri tempi ma dov’è finita la possibilità di
curiosare in una libreria e imbatterci in ciò che Forsyth definisce ‘the unknown unknown”, ossia ‘l’ignoto ignoto’?
È un concetto un po’
arzigogolato in effetti, ma gira tutto intorno all’idea di imbattersi in ciò che
non si conosceva e che non si era neppure cercato.
“E se non lo avessi
trovato lì, abbandonato sulla panca, non avrei mai saputo come trovarlo.”
Mark Forsyth |
Come fate a sapere per
esempio che il libro più bello della vostra vita non sia proprio quello mai
letto e del quale non ipotizzate neppure l’esistenza?
Forsyth si rifà in parte della
celebre frase di Socrate “Io so di non sapere”, ma in questo caso noi non
sappiamo di non sapere!
“L’ignoto ignoto. Le
librerie e il piace di non trovare quello che cercavi” (Laterza, 2017, traduzione di Giuseppe Laterza) non deve
mancare nelle librerie di chi i libri li ama davvero e di chi ama anche l’ironia
che aleggia in queste pagine di Forsyth.
E dopo averle lette perché
non abbandonarle in un luogo pubblico così da regalare a qualcuno il brivido
dell’ignoto ignoto?
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