domenica 3 settembre 2017

“Dunkirk” di Christopher Nolan: in guerra tra terra, mare, cielo, sguardi ed eloquenti silenzi

“La paura è il destino che ti preme nelle budella.”
Un ticchettio di sottofondo incessante, le strade di Dunkirk, cittadina sul mare del nord della Francia, sono vuote, o così sembra. Poi gli spari a raffica e quel povero soldato solleva le mani gridando che è inglese. Passa perciò dal lato sicuro ed ecco la spiaggia, immensa, sulla sabbia migliaia e migliaia di soldati che attendono una nave che possa portarli via da quella che è diventata una vera e propria trappola. Ecco quindi aprirsi tre diversi scenari: il molo, il mare, il cielo. I diversi personaggi si muovono in questi tre luoghi e tra salti temporali discostanti e attacchi continui le vite di alcuni di loro si incontrano e scontrano imprevedibilmente.

“Dunkirk”, (Regno Unito, Stati Uniti d'America, Paesi Bassi, Francia, 2017, durata 106 min.) uscito nelle sale cinematografiche statunitensi il 21 luglio 2017 e il 31 agosto 2017 in Italia, è il nuovo acclamato film di Christopher Nolan. Da anni progettava di mettere in scena l’evacuazione di Dunkerque avvenuta nel 1940, in piena Seconda guerra mondiale. Il regista britannico ha abituato il pubblico a film spettacolari e non è stato da meno neppure stavolta.

“Dunkirk” è un film sulla guerra, su un episodio specifico, diverso dai precedenti visti fino ad ora. Quella che Nolan ci offre è una visione inedita, non per questo fedele ai fatti storici (numerose le polemiche al riguardo e le accuse secondo le quali il regista avrebbe manovrato la storia a favore dei britannici), in cui l’uomo con le sue paure è l’unico vero protagonista.

“Dunkirk” è un oscillare di navi, di corpi, di sguardi disorientati alla ricerca di una via di fuga da quella trappola che è la guerra e, talvolta, la vita stessa.

Le parole non servono di fronte a simili contesti, i dialoghi sono infatti ridotti al minimo, scarni, come l’animo dei protagonisti che vaga incerto. Mai in alcun momento lo spettatore si annoia, anzi, ogni scena aumenta l’ansia e le aspettative. 

L’arrivo poi di quel siluro, silenzioso come un serpente, devastante come una tempesta dopo la presunta quiete. E la spiaggia bianca che violata si riempie di spuma e diviene fanghiglia immonda.
Il nemico non si vede mai ma aleggia sui protagonisti lungo tutta la pellicola. Sappiamo trattarsi dei tedeschi ma non un volto né una bandiera ce li mostrano mai.

E poi quei subdoli flashback, la narrazione temporale non lineare (tratto caratteristico delle opere di Nolan) che a tratti potrebbero portare confusione ma che in realtà risultano più azzeccati che mai dato il disordine della guerra e la confusione delle persone. In questa maniera ha riunito coloro che amano ragionare guardando un film e coloro che amano i grandi effetti indipendentemente dal resto.

Il giovane Fionn Whitehead è il protagonista principale di “Dunkirk”, insieme a Aneurin Barnard,
quel soldato trovato sulla spiaggia, il personaggio più silenzioso e dallo sguardo più eloquente di tutti.
Come non ricordare poi un sublime Kenneth Branagh, non importa per quanto tempo lo si veda. Ritroviamo Cillian Murphy nei panni di un soldato sotto shock, Mark Rylance a rappresentare uno tra i tanti partiti dalle coste inglesi per salvare i connazionali e Tom Hardy protagonista, grazie ai soli occhi, tra i cieli francesi.

Parte del pubblico più giovane sarà stato attirato dalla presenza di Harry Styles (ex degli One Direction), il quale si difende bene ma le cui battute cadono talvolta (forse volontariamente?) nel ridicolo.

Un film che vale la pena di essere visto al cinema (e che sarà certamente tra i protagonisti della prossima edizione dell’Academy Award) e che colpisce ancora di più se ammirato in IMAX

La nuova tecnologia (e parlo nello specifico della nuova sala dell’UCI Cinemas di Orio, Bergamo) permette di vivere un’esperienza cinematografica senza pari, che va oltre il 3D. Lo schermo enorme (oltre 490 metri quadri), il sistema laser con doppio proiettore 4K e la tecnologia audio IMAX creano un coinvolgimento mai provato prima. 


Lo spettatore si ritrova sulla spiaggia di Dunkirk, la può quasi toccare, sente il vibrare delle poltrone ad ogni attacco, sobbalza ad ogni colpo di arma da fuoco e ciò che manca sono solamente gli spruzzi dell’acqua.

Last but not least la splendida colonna sonora dell’insuperabile Hans Zimmer. Senza di questa ogni scena perderebbe di significato e nulla sarebbe lo stesso, soprattutto in un film come questo in cui tutto si basa su suoni e sguardi. 




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