"La spia", Paulo Coelho |
“Sono una donna nata nell'epoca sbagliata. Ed è qualcosa che nulla potrà emendare. Non so se il futuro serberà memoria di me ma, se ciò dovesse accadere, mi auguro di non essere mai considerata una vittima, bensì una persona che ha coraggiosamente scelto i propri passi e ha pagato senza paura il prezzo che le è stato imposto.”
Tra me e Coelho vi è sempre stato
un rapporto di amore e odio. Lo conobbi anni fa con “Sulla sponda del fiume Piedra
mi sono seduta e ho pianto” e lo amai. Era il mio periodo new age e tra lui e Romano Battaglia mi piaceva immergermi in
atmosfere eteree e differenti dal solito. Questo periodo passò, piuttosto
rapidamente, e quando provai a riavvicinarmi a Coelho il risultato non fu dei migliori,
se non per qualche rara eccezione, come “Undici”.
Poi qualche settimana fa ho
intravisto sugli scaffali di una libreria, “La spia” (La nave di Teseo, 2016),
e dopo aver visto che si trattava della storia di Mata Hari ho deciso che
l’avrei letto, spinta principalmente dalla curiosità.
Mata Hari è forse la spia più
famosa della storia ma quanto si sa in realtà di lei? Ben poco, o almeno questa
è la risposta che posso dare personalmente. Nonostante ciò questa poteva essere
l’occasione di conoscere qualcosa in più di questo personaggio divenuto mitico.
Il romanzo comincia dalla fine,
dalla fucilazione di Mata Hari, per poi ripercorrere il suo passato come si
trattasse di un diario. In una prima parte, molto intensa, scopriamo Margaretha
Geertruida Zelle, una giovane donna olandese la quale, vissuta tra Ottocento e
Novecento, ben presto scopre cosa significa dover rispettare le regole della
società e soprattutto dover sottostare alle regole degli uomini. Una serie di
scelte, non sempre volontarie, la porteranno ad essere una delle donne più
desiderate fino ad essere denigrata, ignorata e condannata poi.
I tanti amanti, l’amore per il
palco e la voglia di emergere, le danze orientali, il desiderio di osare e la
solitudine sono ciò che Coelho ci mostra nel suo libro, ma nessuno di questi
viene trattato con adeguata forza. Margaretha era una donna con un’esistenza
non certo semplice e tra le righe questo si intravede ma in modo sempre sfocato
e leggero.
Paulo Coelho |
Perché invece non mostrare la reale sofferenza di Mata Hari, di
donna e di madre? Un nome che nascondeva un passato doloroso, una vita fatta di
finzioni, di tentativi non sempre positivi, un conflitto (la Prima Guerra
Mondiale) che complicò le cose e le diede la batosta finale.
“La spia” è una narrazione
interessante dalla quale non ci si deve però aspettare troppo. Anche qui non
manca la parte new age con
protagonista l’amore, ma neppure questa risulta particolarmente coinvolgente o
rilevante. C’è anche il tema della violenza sulle donne, non necessariamente
fisico, ma anche questo trattato in maniera troppo marginale.
In conclusione, ancora una volta
sono rimasta piuttosto delusa da Coelho ma per motivi differenti dal passato.
Con ciò non ne voglio sconsigliare la lettura ma vorrei evidenziarne il
carattere così effimero.
Le pagine scorrono sì rapidamente ma con troppa superficialità
e quella che ci troviamo davanti è una Mata Hari che a fine libro non potremo
dire di aver conosciuto come avremmo desiderato inizialmente.
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