La spiaggia di quarzo |
“Mariella mi invitò proprio lì, nella sua baracca, sulla spiaggia di quarzo. In classe eravamo indivisibili, anche se dopo la scuola non la vedevo mai. Lei usciva con altre amiche, la domenica pomeriggio andava a ballare alle feste organizzate dai ragazzi più grandi e non mi invitava. Diceva che ero troppo infantile per questo genere di cose e che comunque i miei non mi ci avrebbero mandato. Aveva ragione, ma adesso che mamma non c’era più babbo non poteva negarmi il permesso, al solo pensiero mi vennero le lacrime agli occhi. Sarebbe stata la mia prima estate con i miei amici, la mia prima estate con lei.”
Avevo sentito parlare di
Anna Maria Falchi (classe 1967, nata a Firenze, ha trascorso infanzia e adolescenza
in Sardegna) nel 2013, ai tempi de “L’isola delle lepri” (Guanda). Ne parlavano
bene ma presa da altre letture me ne dimenticai. Poi qualche giorno fa mi
ritrovo una lista di libri tra i quali vi era “La spiaggia di
quarzo” (Guanda, marzo 2016) e ricordando quella spiaggia sulla quale anche io
sono stata una volta, anni fa, ecco che ho deciso che era il momento di
conoscere Anna Maria Falchi e il suo stile letterario. E ora posso dire di non
essermi pentita della mia scelta.
Il romanzo è ambientato
in Sardegna, in un paesino dell’oristanese poco lontano dal mare, da una
spiaggia detta ‘dei chicchi di riso’ in cui la normale sabbia è frapposta a
piccoli granelli di quarzo dalle mille sfumature e forme.
Qui Alessia è tornata
dopo anni di assenza e sentendo sotto i piedi quella sensazione provata per
così tanto in tempo non può che ripercorre con la mente la sua infanzia e la
sua adolescenza risalente agli anni Ottanta.
C’è la casa dei genitori,
con un padre insegnante legato ai suoi luoghi e una madre insoddisfatta dalla
vita che si è trovata a vivere e desiderosa di trasferirsi in una grande
città. C’è la campagna con gli animali e la terra arida, con i campi di pomodori al sole. C’è lo
zio accusato di sequestro di persona che finisce nel carcere sull'isola dell’Asinara.
C’è poi il mare dove alla conclusione della terza media può finalmente trascorrere
il primo Ferragosto sola con gli amici.
Con Mariella, l’amica del
cuore che legge “Cioè” e attacca in camera i poster di Miguel Bosé, la cugina
Serena, Elia, bisognoso di periodiche di trasfusioni per l’anemia mediterranea,
e i ragazzi più grandi con desideri e necessità differenti dai primi.
“La spiaggia di quarzo” è
un romanzo di formazione al femminile dai tratti apparentemente delicati che
narra una storia dai lati oscuri in cui è possibile ritrovarsi e che non si
scorda così facilmente.
È il coinvolgente racconto
del passaggio di una ragazza dall’infanzia all’adolescenza, tra speranze,
rimpianti, mancanze, risvegli e insicurezze.
È la visione di una Sardegna con i
suoi tanti problemi che allora come oggi si desiderava mantenere intatta e che
nonostante tutto attirava a sé per ragioni arcane e ai più ignote.
Un viaggio nei tempi
andati e tra le onde di un mare che scorre sereno ammonendo però su ciò che mai
andrebbe fatto e su chi ci ha preceduto influenzando irrimediabilmente le
nostre esistenze.
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