Io prima di te |
Per chi legge un libro
non è mai così semplice pensare di vederne una trasposizione cinematografica.
Quante volte siete rimasti delusi perché il film non riportava ciò il libro
raccontava o perché erano state fatte modifiche insulse e fastidiose?
Mi sono
fatta questo discorso anche per “Io prima di te”. Mesi fa, quando venne
annunciata l‘uscita al cinema, vidi alcuni trailers e cominciai ad avere i
primi dubbi. Lou sembrava troppo ridicola, lui non so se mi convinceva e poi il
resto… Non so, erano pochi minuti ma avevo già un giudizio piuttosto netto
secondo il quale sarei rimasta delusa almeno al novanta per cento.
Poi però è arrivato il
primo settembre, in giro si è cominciato a parlarne, tutti che andavano a
vederlo e ne parlavano in modo entusiasta e allora la curiosità è stata troppo
forte. Anche se in genere non amo né leggere né vedere al cinema ciò che in
troppi leggono e vedono.
Sì, è vero, avevo già
tutto in mente durante la lettura, la fantasia di un books addicted è infinita ma in fondo in fondo a tutti i lettori
piacerebbe poter avere davanti agli occhi la ricostruzione di una storia che ci
ha appassionato come è capitato a mezzo mondo con “Io prima di te”.
E così... ebbene sì, anche io ho
ceduto e sono andata a vederlo! E ora posso darvi il mio parere.
Ma prima qualche info
tecnica. “Io prima di te” (nell’originale “Me Before You”) rappresenta il
debutto cinematografico della regista inglese Thea Sharrock, classe 1974. Con
una bella gavetta dietro di sé, è stata la più giovane regista teatrale
britannica, e ha lavorato con nomi del calibro di Keira Knightley, Damian Lewis
e Benedict Cumberbatch, solo per citarne alcuni.
La sua idea di riportare
il romanzo di Jojo Moyes sul grande schermo è stata azzeccata, con il successo
del libro era quasi scontato che l’uscita al cinema sarebbe stato accolto con altrettanto entusiasmo.
Lou e Will |
Interpreti principali
della pellicola Emilia Clarke (Louisa Clark - curiosa la somiglianza dei due
cognomi – resa famosa dal ruolo di Daenerys Targary ne “Il Trono di Spade”),
Sam Claflin (William Traynor, già visto in “Biancaneve e il cacciatore”, “Hunger
Games: La ragazza di fuoco”, “Posh”), Janet McTeer (Camilla Traynor,
protagonista di “Hannah Arendt” e della serie TV “The White Queen”), Charles
Dance (Steven Traynor, anch’esso nel cast de “Il Trono di Spade”).
Tutto comincia come nel
libro, Lou, ragazza estroversa ed estrosa, vive in un piccolo villaggio della
campagna inglese, perde il lavoro e ne cerca uno nuovo e finisce a casa della
benestante famiglia Traynor per intrattenere il figlio che alcuni anni prima ha
subito un brutto incidente che lo ha paralizzato e costretto a trascorrere le
giornate immobilizzato sulla sua carrozzina. Will non ha un carattere semplice
ma Lou farà di tutto per alleggerirgli la vita.
Chi ha letto il libro sa
come prosegue e come si conclude la storia, chi non l’ha letto deve farlo,
perciò mi fermo qui con la trama. Sappiate in ogni caso che si tratta di una storia di
amore, di libertà e di comprensione. Al centro vi sono le difficoltà di una
persona con una disabilità sopraggiunta improvvisamente e il rapporto con gli
altri, tra scoperte e luoghi comuni.
Una storia intensa che
tra le pagine di Jojo Moyes (pubblicato in Italia la prima volta nel gennaio del 2012 dalla Mondadori e riproposto nel 2016 con un nuova copertina) trova la sua missione espressione ma che anche nel
film la regista ha fatto il possibile per renderla nel migliore dei modi,
seppur con qualche pecca.
L’atmosfera tra i due
protagonisti è la stessa, così come la magia che nasce dal loro rapporto così
stretto, ma, come sempre capita, difficilmente si riescono a riportare i
pensieri e le riflessioni che si ritrovano tra le pagine.
Emilia Clarke è perfetta
nella parte di Lou, i sorrisi, l’essere imbranata, la sua dolcezza ci sono
tutti e ciò che si vedeva nel trailer è smentito in positivo. Lo stesso Sam
Claflin nel ruolo di Will non è niente male. Ma la sorella di Will che fine ha
fatto? Non la si nomina neppure. E le simpatiche gag con protagonista il nonno
di Lou?
Me before you, Jojo Moyes |
Il finale poi è forse
troppo veloce, perché non giungere al termine lasciando allo spettatore più
spazio per la riflessione e donando così maggiore pathos?
Certo, 110 minuti non
sono sufficienti per raccontare tutto ciò che accade nelle quasi 400 pagine del
libro, ma nonostante tutto il film merita di essere visto.
Pur notando delle
mancanze è innegabile che le vicende rimangano fedeli all'originale, anche qui
ritroviamo non la solita sdolcinata storia d’amore ma una storia di vita vera.
Per questo motivo il mio
consiglio è di vedere il film, qualora ne abbiate l’occasione. Troverete come
me dei difetti ma godrete di ogni momento ripensando al libro e ne uscirete
piuttosto soddisfatti.
E se l’avete visto, o lo
farete, e avrete voglia di parlarne, io sono qui!
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