Bill, Helen Humphreys |
“Non so spiegare la sensazione che provo quando corro con Bill sotto lo sterminato cielo azzurro della prateria. È come se mi guidasse fuori dal buio, fuori da un senso di solitudine che nemmeno sapevo di provare.”
Canada. In una cittadina di campagna Leonard, dodicenne, trascorre le sue giornate con Bill, detto Bill Zampe di Coniglio, un giovane uomo solitario evitato da tutti. Leonard non ha amici a parte Bill; i due non hanno bisogno di tante parole per capirsi e Bill insegna al ragazzino a piazzare le trappole per i conigli selvatici e a strappare loro le zampe che rivende poi come portafortuna.
Entrambi non
desiderano altro che pace e nonostante Bill sia spesso scostante un affetto
sincero li unisce. Leonard a scuola è perseguitato dai bulli e a casa trova
quotidianamente un padre alcolizzato non certo incline ai gesti d’affetto.
Un giorno però qualcosa
accade, Bill compie un atto violento proprio davanti a Leonard e niente sarà
più lo stesso. Il fatto sciocca Leonard ma anziché allontanarlo definitivamente
da Bill la sua ossessione aumenta tanto da portarlo a studiare psichiatria e
intraprenderne la professione.
Leonard sarà un giovane e
brillante psichiatra e il lavoro in uno dei più grandi istituti psichiatrici
canadesi gli mostrerà nuove prospettive ma lo condurrà anche verso un passato
ancora sconosciuto.
“Bill” (Playground, 2020,
traduzione di Chiara Brovelli) è l’ultimo romanzo della canadese Helen Humphreys,
la cui storia è tratta da un fatto di cronaca del 1947.
Bastano poche parole per
essere rapiti da questo libro (anche la copertina non passa inosservata)
che racconta una storia tanto bella quanto inquietante.
Tutto nasce con, e da, quella
che definiremo un’ossessione, ma se si trattasse invece di un rifugio, di un
luogo sicuro nel quale scoprire un po’ di quella felicità mai conosciuta
altrove?
“Bill” è un romanzo di formazione ma non solo; è la denuncia di fatti che vanno contro i diritti
Helen Humphreys |
Leonard segue Bill come
fosse il capobranco, lo annusa, lo osserva, lo ammira e rispetta. Ed entrambi
trovano l’uno nell’altro qualcosa di inedito, un rapporto esclusivo, forse
animalesco, forse morboso in maniera non sana.
“Rimaniamo così, sdraiati
sotto il tremolio delle stelle. Buttiamo fuori l’aria insieme e poi inspiriamo,
finché il nostro respiro non trasforma i nostri corpi in due motori, nel buio.”
Sono le parole e gli
occhi di Leonard a raccontare i fatti e sempre lui ci porta verso una verità
dura, dolorosa e tristemente reale.
“Bill” si fa divorare, le
duecento pagine scorrono velocemente grazie ad una scrittura scorrevole e
leggera, malgrado la storia non semplice.
Amore, ossessione, inconscio, a tratti improbabile, poetico dall’inizio alla fine, in una parola bellissimo.
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