giovedì 21 luglio 2016

Da Denver The Lumineers a Gardone Riviera per il Tener – a – mente Festival 2016 con “Cleopatra”

Locandina The Lumineers
“Play the bugle, play the taps / Make your mothers proud / Raise your rifles to the sky boys / Fire that volley loud”. (Charlie Boy”, “The Lumineers”, 2012)
Una serata per pochi eletti, il divieto di utilizzare fotocamere (solamente l’uso dei telefoni cellulari è stato permesso, nonostante la gentile richiesta del cantante di metterli via) una luna piena che ha illuminato palco e pubblico, tanta buona musica ed un clima sereno e festoso. Questo, ma non solo, è stato il concerto de The Lumineers, non il loro primo in Italia, svoltosi la sera del 20 luglio 2016 nella suggestiva location dell’Anfiteatro del Vittoriale a Gardone Riviera, Brescia, sulle sponde del Lago di Garda, nell’ambito del Festival Tener – a – mente, in occasione dell’uscita del loro secondo album “Cleopatra”. Un’arena con appena 1470 posti disponibili, tutto sold out, un concerto piuttosto intimo durante il quale tutti gli spettatori hanno potuto godere appieno dello spettacolo.

Una setlist regolare, confrontata con quella di altri concerti, che ha visto The Lumineers iniziare con “Sleep on the floor”, prima traccia del secondo album (“Cleopatra”) pubblicato nel mese di aprile di questo 2016. “Ophelia” ha fatto cantare tutti, seguita poi da “Flowers in your hair”, prima traccia del primo album (“The Lumineers”), da “Ho Hey”, “Cleopatra” ed un susseguirsi di brani tratti dagli unici due album da loro scritti fino ad ora, compresa una cover di Bob Dylan, “Subterranean Homesick Blues”.

Se in passate esibizioni erano soliti cantare una canzone tra il pubblico, stavolta l’hanno fatto conWhere the Skies Are Blue” nella parte centrale delle gradinate alte. Il passaggio del trio americano (Wesley Keith Schultz, voce, chitarra, piano; Jeremiah Caleb Fraites, batteria, percussioni, mandolino, voce, cori, glockenspiel; Neyla Pekarek, violoncello, pianoforte, voce, basso, mandolino) tra le file degli spettatori ha scaldato ancora di più la serata già di per sé rovente con i suoi circa 30°C.

Wesley Keith Schultz, Byron Isaacs
Sul palco sono stati supportati, con non meno importanza e validità dei tre componenti principali, da Stelth Ulvang (piano, fisarmonica, mandolino, tromba, trombone, contrabbasso, flauto, batteria, banjo, clarinetto, chitarra, glockenspiel, cori) e Byron Isaacs (basso, cori).

Un sound folk – rock che subisce le influenze di diverse band di successo del genere, primi tra tutti gli Arcade Fire (pionieri di un nuovo modo di esprimersi musicalmente, tra armonizzazioni originali e la compresenza di diversi strumenti musicali, anche improvvisati), poi i Mumford & Sons, e che riporta alle canzoni di Tom Petty, per il quale il frontman Wesley Keith Schultz ammette la sua ammirazione, accomunato inoltre allo stesso da alcune sfumature della voce.

Nonostante l’assonanza con altri brani la loro musica ha un forte impatto: questo e la bellissima voce di Schultz ha permesso di assistere ad un concerto che difficilmente poteva deludere. Unica pecca la durata. Poco meno di un’ora mezza data anche dalla presenza di soli due album e della brevità della tracce, tutte molto veloci.

Il pubblico ha dimostrato di aver apprezzato l’intensa serata musical e siamo certi che lo stesso dall’alto avrà fatto D’Annunzio, il padrone di casa di quella splendida dimora che è il Vittoriale.


LA SCALETTA DELLA SERATA:
  1. Sleep on the Floor
  2. Ophelia
  3. Flowers in Your Hair
  4. Ho Hey
  5. Cleopatra
  6. Classy Girls
  7. Dead Sea
  8. Charlie Boy
  9. Where the Skies Are Blue
  10. Subterranean Homesick Blues (Bob Dylan cover)
  11. Slow It Down
  12. Submarines
  13. Gun Song
  14. Angela
  15. Big Parade
  16. My Eyes
  17. Long Way From Home (solo Wesley)
  18. Scotland
  19. In the Light
  20. Stubborn Love

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