Il villaggio perduto, Camilla Sten
“Un suono mi sale in gola. Porto la mano alla bocca per soffocarlo. Una risata folle mi graffia e mi lacera il petto, tentando di farsi strada tra le dita. Ho paura di quello che potrà succedere se tolgo la mano. Se la lascio uscire.”
Alice Lindstedt è una
giovane regista di documentari precaria convinta che quella storia che da
sempre la ossessiona possa essere la via per il successo.
Nell’estate del 1959 il piccolo villaggio minerario di Silvertjärn è stato teatro di un evento inspiegabile: i suoi novecento abitanti sono svaniti nel nulla, lasciandosi dietro soltanto una città fantasma, il cadavere di una donna lapidata nella piazza del paese e una neonata di pochi giorni abbandonata sui banchi della scuola.
Nonostante le indagini e le perlustrazioni a tappeto della polizia, non si è mai trovata alcuna traccia dei residenti, né alcun indizio sul loro destino. La nonna di Alice viveva nel villaggio, e tutta la sua famiglia è scomparsa insieme a loro.
Le domande senza risposta sono troppe, e Alice decide
di realizzare un documentario per ricostruire ciò̀ che è realmente accaduto. Raggruppa
una troupe di amici fidati, o presunti tali, e si reca sul posto per i primi
sopralluoghi: ben presto capiranno che non tornare indietro sarà più complicato
di quanto avrebbero mai immaginato.
“Il villaggio perduto”
(Fazi Editore, luglio 2024, traduzione Giuseppe Marano) è il coinvolgente
thriller di Camilla Sten, autrice svedese classe 1992, figlia
della famosa scrittrice di gialli Viveca Sten.
Una storia che parte con
un mistero per sfociare poi in una serie di vicende terrificanti che ci
accompagnano in un crescendo di tensione all’interno delle case diroccate di
questo piccolo villaggio abbandonato la cui storia surreale nasconde un passato
spaventoso.
Un inizio alla The Blair
Witch Project che vira presto verso uno scenario inquietante con quel legame
con il reale e vicende del passato che aiuta a rendere il tutto più credibile e
veritiero.
“Eccola, finalmente. Ecco
la svolta che stavo cercando. Uno scoop incredibile. Solo che non avrei mai
potuto immaginare quale sarebbe stato il prezzo da pagare.”
Trecentosessanta pagine
durante le quali è difficile staccarsi, attirati dalla narrativa della
scrittrice, dalla tensione crescente che ci conduce in uno scenario dal fascino
macabro.Camilla Sten
Quando tra i libri
ritroviamo l’orrore della vita reale e quotidiana non possiamo non pensare a
Stephen King e questa storia lo ricorda tanto, con in più l’atmosfera
scandinava che già di per sé risulta cupa ed affascinante al tempo stesso.
“Sente il rumore già
quando superano la schiera di case. È un rumore orribile, come di un animale
che soffra di un dolore insostenibile. È un mugghio sordo che non sembra poter
giungere da una gola umana.”
Il romanzo perfetto per
questo freddo periodo dell’anno e per un regalo di Natale sentito e da
brividi.
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