martedì 26 luglio 2022

“Voce Misteriosa” di Alex Coman: dall’omofobia alla tolleranza passando per i nativi americani

Voce Misteriosa, Alex Coman

“Voce Misteriosa, essendo sia maschio sia femmina, può vedere il mondo da tutti e due i punti di vista. È molto rispettata tra noi e spesso io stesso chiedo a lei consiglio. Lei, e le altre winkte ovviamente, è quello che eravamo tutti noi prima che il Grande Spirito stabilisse il nostro genere, maschile o femminile.”

Nell’Italia, presumibilmente dei giorni nostri, vive Riccardo, un giovane ragazzo omofobo che pare aver preso talmente a cuore la questione da decidere di entrare a fare parte delle cosiddette sentinelle. 

In un’altra epoca e in un luogo differente vivono gli Oglala, una delle sette tribù dei nativi americani Teton Lakota meridionali, conosciuti anche come Teton Sioux.

Qui lo sciamano e winkte della tribù è Voce Misteriosa, dall’aspetto femminile ma nata con organi maschili. La loro concezione sessuale è molto differente da quella da noi conosciuta e quando un uomo bianco giungerà da loro per studiarne le usanze, rimarrà sorpreso dal loro modo di percepire l’altro e ciò che per lui è differente.

Qualcosa accomuna i due uomini ma riuscirà uno di loro, o entrambi, a comprendere che a volte la via migliore è semplicemente quella di aprire la mente?

“Voce Misteriosa” (Prime Edizioni, maggio 2021) è il nuovo racconto dello scrittore ternano (nato in Romania, si è trasferito a Terni all'età di tredici anni insieme alla famiglia) Alex Coman (da sempre appassionato di scrittura, fa parte dello staff del Terni Horror Fest, festival che si svolge ogni anno nella sua città; è uno degli ScrittoriSopravvissuti, una trasmissione su Radio Galileo in onda ogni giovedì ed è uno dei recensori del sito www.leggeredistopico.com; nel 2020 ha pubblicato il suo prima romanzo, “Tra le stupide righe”, Argento Vivo Edizioni, e il racconto lungo Ombre nella pietra, Delos Digital, collana Distopica).

“<<Sei stato a fare la sentinella?>> Nonostante il tono interrogativo, quella non sembra affatto una domanda, ma un rimprovero.”

Alex Coman

Omofobia e tolleranza sono le protagoniste di questa storia, due concetti opposti ma molto più vicini tra loro di quanto potremo immaginare. Qui si trovano in due luoghi e tempi lontani tra loro ma è una popolazione ricca di tradizioni ad insegnarci come le due possono convivere in modo sincero e totalizzante.

Perché infervorarsi tanto per qualcosa che fa parte delle nostre esistenze e di una normalità che in troppi ancora non riescono a concepire?

“Voce Misteriosa” è forte, evocativo, poetico e fa riflettere su una tematica molto attuale e purtroppo ancora troppo dibattuta.

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lunedì 25 luglio 2022

“Il collegio” di Caterina Franciosi: dal sogno di un futuro radioso all’inquietante distopica realtà

Il collegio, Caterina Franciosi

“Ma oltre a ciò che la riguardava, sulla scrivania di Montedoro c’era qualcos’altro. Altri documenti che erano scivolati fuori da sotto il raccoglitore. Clarissa aguzzò lo sguardo. Sembravano minacciosi, erano in carta bollata, denunce e richieste di indagini e certificazioni a cui il Collegio doveva rispondere. Cercò di leggere meglio, ma Montedoro se ne accorse e fece sparire ogni foglio.”

Siamo in un’Italia del futuro nel quale la situazione economica non è delle migliori così come non lo è quella sanitaria. La popolazione vive nella costante emergenza e la società ha assunto un aspetto ancora più rigido rispetto al passato. 

Anche la frequenza delle migliori scuole è riservata a pochi e quando si viene a sapere dell’apertura di un esclusivo collegio le gemelle Rebecca e Clarissa tentano subito il test di ammissione che superano brillantemente.

Purtroppo, la scuola è lontana da casa e non potranno rivedere i genitori fino al termine dell’intero ciclo previsto e una volta giunte a destinazione scoprono di essere costantemente sorvegliate e di trovarsi in un luogo impenetrabile. A differenza di quanto indicato inizialmente non è possibile comunicare con le famiglie e le cose precipitano quando le due ragazze vengono inspiegabilmente divise.

Cosa sta accadendo? Perché le classi sono così rigidamente separate? A cosa servono le materie che studiano quotidianamente? E cosa è in realtà questo progetto segretissimo al quale tutti accennano senza fornire dettagli?

“Il collegio” (DelosDigital, collana Futuro Presente, 2021) è un racconto lungo di CaterinaFranciosi, talentuosa scrittrice romagnola classe 1990, amministratrice del seguitissimo blog Il Salotto Letterario che si occupa di interviste e recensioni.

Caterina Franciosi
Una storia ben scritta che fa rabbrividire dalla prima all’ultima pagina, anche, ma non solo, per le somiglianze che si intravedono con la nostra di società.

Tutto ha dell’assurdo e in situazioni simili è facile farsi abbagliare da una proposta così allettante, soprattutto per genitori che non saprebbero come garantire il giusto futuro alle figlie.

“Riponiamo in voi ogni nostra speranza per un futuro migliore”.

L’interno del collegio è misterioso, così come le persone che lo abitano e i discorsi poco chiari che circolano.

La verità non è semplice da accettare ed è ben peggiore di quanto le ragazze avrebbero mai potuto immaginare.

Una storia fantascientifica al confine con il distopico da divorare in questa calda estate e con il quale rimanere con il fiato sospeso dall’inizio alla fine, sperando che tutto ciò rimanga nella finzione della Franciosi.

Caterina Franciosi - PaginaAutrice Facebook

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venerdì 22 luglio 2022

“Una mano negli abissi” di Cristina Biolcati: dubbi e tormenti in un coinvolgente e divertente thriller

Una mano negli abissi, Cristina Biolcati

“La vita di Maria e della sua famiglia era, tutto sommato, felice. Nonostante le ristrettezze economiche. Nessuno doveva permettersi perciò di turbare la loro serenità. Tantomeno un puzzolente ometto rachitico da quattro soldi, col pallino di portarla a letto prima di averla sfrattata.”

Siamo negli anni Ottanta. La famiglia Soloni vive in una casa abusiva a pochi passi da una cava di marmo di proprietà di tal Furio Andrighetti. Pieno di soldi ne vorrebbe sempre di più e desidera sfrattare il prima possibile gli invasori, se non fosse per l’attrazione che prova per l’avvenente Maria. 

Lui pretende che loro prosciughino lo stagno sul retro della casa per cominciare i lavori di estrazione, ma lei continua a procrastinare e qualcosa di imprevedibile accade quando nessuno se lo aspettava…

“Una mano negli abissi” (Delos Digital, collana Delos Crime, maggio 2022) è l’ultima pubblicazione di Cristina Biolcati, scrittrice e poetessa ferrarese ma padovana d’adozione.

Un racconto lungo, un bel thriller divertente ed inquietante al tempo stesso.

Come al solito sono le donne a dover prendere in mano le situazioni più delicate ma talvolta le cose non vanno come programmate e i risultati potrebbero addirittura essere migliori di quanto immaginato.

Ma se ci fosse una morte di mezzo? E se lei sospettasse che si trattasse di omicidio?

La storia è intrigante e se inizia con una donna decisa ad andare fino in fondo per salvare la famiglia si sviluppa poi all’interno di una serie di sospetti all’interno dei quali ci ritroviamo anche noi intrappolati.

Cristina Biolcati
Chi ha ragione e chi ha fatto cosa? E se la morte non fosse un incidente sarebbe buona cosa che sia andata così?

“Che poi, può mai un omicidio essere a fin di bene?”

È meglio rimanere nella menzogna o conoscere la verità che potrebbe però essere dolorosa?

Queste e altre sono le domande che ci si pone durante la lettura, perfetta per questa calda estate, trascinati dalle riflessioni della protagonista che ama scavare a fondo in ogni situazione e arriva perfino a dubitare di chi le è sempre stata accanto rischiando così di rovinare tutto.

E voi da che parte siete?

Buona lettura!

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giovedì 21 luglio 2022

“Compiti delle vacanze per amanti dei libri” di Massimo Roscia: il miglior passatempo estivo per veri bibliofili

Compiti delle vacanze per amanti dei libri, Massimo Roscia

“Partiamo dall’Abc. Sono certo che riuscirai a rispondere correttamente a queste semplicissime domande senza dannarti l’anima; in caso contrario, ti consiglio di chiudere subito il libro che hai tra le mani e di gettarlo nella spazzatura, preferibilmente nella raccolta differenziata della carta e del cartone. Per superare il test d’ingresso, dovrai rispondere correttamente ad almeno otto domande.”

Sì, è vero, questa estate è davvero calda. Ci dicono di bere tanto, di rinfrescarci il più possibile e di ridurre al minimo lo stress fisico. Non dobbiamo però dimenticare che possiamo (e dobbiamo) continuare a stimolare le attività sinaptiche del nostro cervello e cosa c’è di meglio di un bel quaderno per le vacanze, per adulti, ma non solo, per amanti dei libri?

“Compiti delle vacanze per amanti dei libri” (Sonzogno, giugno 2022) è l’ultima pubblicazione di Massimo Roscia, insegnante di comunicazione, tecniche di scrittura emozionale, editing, letteratura gastronomica e marketing territoriale, critico enogastronomico e condirettore editoriale del periodico Il Turismo Culturale.

Quest’anno sono numerose le pubblicazioni simili e in libreria e edicola spopolano i quaderni per le vacanze per adulti simili a quelli per bambini/ragazzi in età scolare. 

A differenza degli altri, tutti molto simili tra loro e più simili alla Settimana Enigmistica, questo ha come protagonisti i libri, è adatto a diverse fasce di età ed è un must per chi da sempre legge e ancor di più lo fa in estate.

144 pagine che racchiudono cento giochi tra quiz, indovinelli, esercizi, cruciverba e tanto altro a difficoltà crescente.

Si va dai grandi classici alla letteratura contemporanea, italiana e straniera, fino alla narrativa e alla poesia.

Domande a trabocchetto, giochi dell’impiccato, cruciverba, parolacce d’autore, saghe familiari, vero o falso, premi Nobel, virgole di troppo e tanti altri giochi allieteranno la vostra estate, accompagnati da simpatici intermezzi letterari ricchi di curiosità.

“E ora un test divertente sulle passioni, gli hobby e gli interessi particolari – alcuni molto particolari – di dieci scrittori famosi. Prova a indovinare rispondendo correttamente ad almeno cinque domande.”

Massimo Roscia

Ogni pagina ha inoltre il disegno di un piccolo quaderno con una faccina sul quale annottare il numero di risposte esatte e segnare se si è superata o meno la prova.

Comodo da portare in borsa presenta una grafica fresca e piacevole (abbinata all’ironia dell’autore) che contribuirà a farci rallegrare e tornare indietro nel tempo a quando simili libri li compilavamo per la scuola; per fortuna questa volta nessuno ce lo chiederà indietro per darci un voto!!

Dimenticavo: alla fine del libro trovate le soluzioni, sicuramente utilissime soprattutto per i quiz di difficoltà maggiore.

Non mi resta che dire… buon divertimento!!

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domenica 17 luglio 2022

“Atlante dei paesi fantasma” di Riccardo Finelli con le illustrazioni di Alessandra Scandella: un viaggio affascinante nell’Italia dei paesi abbandonati

Atlante dei paesi fantasma, Riccardo Finelli

“Il problema non furono le frane, quanto l’acqua che ruscellava fra i vicoli sgretolando i muri a secco delle case da decenni, probabilmente da secoli. Si racconta che nelle terribili notti dell’ottobre 1951, quelle che preparavano il colpo di grazia, il rumore dello scroscio sui sassi fosse più fragoroso del rimbombo dei tuoni. E si pensava, soprattutto, che se proprio si fosse dovuto abbandonare Gairo dopo l’ennesima alluvione, lo si sarebbe fatto restando uniti, senza sparpagliarsi per almeno tre paesi nel raggio di venti chilometri.”

Anche quest’anno l’estate è arrivata puntuale, o forse persino un po’ in anticipo, e scatta la rincorsa alle vacanze

Ancora avete qualche dubbio o avete voglia di girare l’Italia in maniera differente, alla ricerca di luoghi particolari o persino di paesi fantasma?

Se la risposta è positiva “Atlante dei paesi fantasma” (Sonzogno, 2022) è perfetto per voi e lo è per chi ha voglia di fare un viaggio seduti sul proprio divano.

Per Riccardo Finelli, giornalista e scrittore, è cominciato tutto con quel viaggio in mare attraverso il Tirreno. Tanti i pensieri e tanta la voglia, trasmessa tra le pagine di questo libro, di ritrovare le tracce umane in luoghi ormai abbandonati da tempo, alla ricerca della storia da raccontare e dell’anima di chi quei luoghi li visse prima che si trasformassero in borghi disabitati.

Un vero e proprio giro d’Italia attraverso luoghi mai dimenticati veramente, ricchi di passato, di storie tragiche e di tentativi di rinascita.

La terra tremò ad Alianello, Apice e Poggioreale; la geologia non fu clemente con Rovaiolo, Roscigno, Cavallerizzo di Cerzeto, Roghudi, Gairo, Osini; il brutale spopolamento colpì Reneuzzi, Narbona, Canate di Marsiglia; a Consonno, Castelnuovo dei Sabbioni, Monteruga e Santa Chiara sul Tirso sono visibili quasi solo le loro antiche cattedrali; Codera, Celleno, Buonanotte e Craco hanno provato, con fatica, a rinascere.

Sono tanti i luoghi visitati da Finelli, tutti affascinanti e con una propria peculiarità.

“Con il sapore selvatico della notte addosso mi sono trascinato in stanza per dormire. E all’alba ho sentito di nuovo i lupi.”

Riccardo Finelli
Storia e leggende, bellezza e malinconia si alternano e fondamentali sono le testimonianze di chi quei luoghi li visse in prima persona o di coloro i quali hanno tramandato dicerie e racconti fino a noi.

È incredibile pensare e scoprire quanti paesi sono ormai fantasma e come la natura riesca sempre a riprendersi gli spazi sottratti dall’uomo.

A rendere ancora più bello e godibile il volume sono le meravigliose illustrazioni di Alessandra Scandella; senza queste non sarebbe possibile immergersi come si deve nei luoghi così ben descritti da Finelli.

Splendido infine il formato, leggermente più ampio di un romanzo Sonzogno, con una copertina rigida cartonata e pagine bianche spesse a rendere l’Atlante un libro da portarsi appresso o da conservare con cura nella propria libreria.

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lunedì 11 luglio 2022

“Guarda le luci, amore mio” di Annie Ernaux: quando gli ipermercati rivelano la loro umanità

Guarda le luci, amore mio, Annie Ernaux

“Era stato quello il giorno in cui, per la prima volta, avevo pensato che anche in un capannone privo di grazia erano ospitate delle storie, delle vite. E mi ero chiesta perché i supermercati non fossero mai presenti nei romanzi che si pubblicavano, quanto tempo ci volesse affinché una realtà nuova potesse assurgere alla dignità letteraria.”

È ormai qualche anno che leggo Annie Ernaux, è unica nel panorama letterario contemporaneo e troverei sicuramente interessante anche la sua lista della spesa.

“Guarda le luci, amore mio” è l’ultimo libro (marzo 2022) della scrittrice francese pubblicato da L'Orma editore, tradotto da Lorenzo Flabbi.

Nel 2012 l’editore francese Seuil chiese ad Annie Ernaux uno scritto per la collana “Raccontare la vita” e lei scelse di parlare di un tema poco trattato, l’ipermercato.

Un luogo che visitiamo abitualmente ma che spesso non osserviamo con l’attenzione che meriterebbe. Mettiamo prodotti nel nostro carrello in maniera quasi maniacale, presi dall’abitudine di un’azione che compiamo fin da piccoli.

C’è così tanto da vedere, così tante persone da osservare e con cui parlare se ve ne fosse l’occasione e ciò che Annie Ernaux ci regala è una sorta di diario sul quale vengono registrate le visite all’Auchan, il ‘suo’ ipermercato abituale, le impressioni di fronte alle grandi quantità di merce, a come questa viene esposta, libri compresi, alla gente che come lei frequenta quei luoghi, ai vari comportamenti.

“Tuttavia, a pensarci, in nessun altro spazio, pubblico o privato che sia, agiscono e convivono individui tanto differenti per età, reddito, cultura, origine geografica ed etnica, stile di abbigliamento. In nessun altro spazio chiuso ci si può trovare decine di volte l’anno in presenza dei propri simili, con l’opportunità di farsi un’idea sul modo di essere e di vivere degli altri.”

Sembra quasi mostrarci i segreti di uno dei luoghi più frequentati dall’essere umano ma di pagina in pagina ci rendiamo conto che si tratta semplicemente di ciò che abbiamo quotidianamente sotto i nostri occhi.

Annie Ernaux
È la vita vera, quella fatta di gioie, frustrazioni, curiosità; è un pullulare di persone di ogni etnia e carattere, dai più piccoli agli anziani, dai più pignoli ai più superficiali.

“Suscitano pensieri, fissano in ricordi sentimenti ed emozioni. Quante storia di vita si potrebbero scrivere anche solo attraversando da una parte all’altra uno dei centri commerciali che frequentiamo. Fanno parte del paesaggio dell’infanzia di chiunque abbia meno di cinquant’anni.”

Sembra difficile da credere ma anche l’ipermercato racchiude in sé e dona ai visitatori emozioni di ogni tipo, da quelle positive a quelle negative.

E ancora una volta Annie Ernaux utilizza la sua penna con maestria, esprimendo le sue opinioni e osservando in piena libertà, sempre con quell’occhio femminile che non dimentica le donne e il loro (il nostro) infinito e sensibile mondo.

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venerdì 8 luglio 2022

“Gli ultimi bambini di Tokyo” di Tawada Yōko: lo smarrimento e l’amore nel Giappone distopico del post-nucleare

Gli ultimi bambini di Tokyo, Tawada Yōko

“Quando si fugge dal luogo di un incendio è probabile che si faccia così. Fuoco equivaleva a dolore. Fin dal passato Marika non era mai stata brava con gli addii e con il trascorrere degli anni era diventata più impacciata. Come una bambina pensava che se strappare una benda doveva provocare un dolore simile a quello percepito quando si sfiora una ferita aperta, tanto valeva lasciare che la benda si imbrattasse, diventando scura e appiccicosa e cominciasse perfino a imputridire assieme alla pelle: era comunque meglio non toglierla mai.”

Il Giappone è ormai isolato dal resto del mondo, il disastro nucleare non ha lasciato scampo a terreno e mari e i bambini nascono con corpi deboli e deformi. Al contrario gli anziani, i sopravvissuti al disastro, sono ultracentenari, svolgono le attività quotidiane con tenacia e vegliano su quei piccoli fragili con la speranza che possano vivere il più a lungo possibile. Mumei è uno di quei bambini e il bisnonno Yoshirō si occupa di lui da sempre. 

Yoshirō ha paura e si sente in parte responsabile di quanto accaduto, al contrario Mumei vive con serenità, nonostante le condizioni fisiche non lo aiutino, ed è incredibilmente saggio per la sua età. Lui e i suoi coetanei saranno coloro che porteranno avanti il Giappone, ma solo se riusciranno ad andare avanti in questa complicata esistenza.

“Gli ultimi bambini di Tokyo” (Atmosphere Libri, collana Asiasphere, dicembre 2021, traduzione e postfazione di Veronica De Pieri) è l’ultimo romanzo tradotto dal giapponese a essere pubblicato in italiano di Tawada Yōko, scrittrice nata a Tokyo nel 1960 e trasferitasi negli anni Ottanta in Germania. La traduzione inglese le è valso, nel 2018, il prestigioso National Book Award negli Stati Uniti.

A pubblicarlo una giovane casa editrice che ci regala titoli davvero interessanti e senza la quale non ci sarebbe possibile leggere tanti autori ed autrici asiatici mai tradotti prima in lingua italiana.

Questo romanzo davvero bello e particolare è un distopico postatomico, il mio primo distopico giapponese a dire il vero. Non sapevo cosa aspettarmi e mi sono trovata immersa in un mondo assurdo ed onirico.

Benché non se ne parli apertamente tutto parte dal disastro nucleare di Fukushima-Dai-ichi del marzo 2011, nel romanzo un incidente molto più grave di quanto non sia stato nella realtà, e ciò che viene descritto è il Giappone dopo l’evento.

Non è più possibile uscire dai confini giapponesi e vige tutta una serie di regole restrittive: non è possibile pronunciare parole straniere, è proibito nominare le città straniere, alcuni argomenti riguardanti il passato sono tabù e nuovi divieti possono essere stabiliti da un momento all’altro.

“Quello che lui poteva insegnarli era l’agricoltura della lingua, ma sperava che loro stessi piantassero, coltivassero, raccogliessero e mangiassero parole, fino a saziarsene.”

È un mondo paradossale nel quale i bambini hanno i capelli grigi e gli anziani sono fisicamente più giovani di loro.

Tawada Yōko
I più piccoli saranno gli emissari del futuro (non a caso il titolo originale è Kentōshi = emissario), nulla è casuale nel racconto, neppure i nomi lo sono: Mumei è ‘il senza nome’ e Yoshirō ‘l’uomo giusto’. Quest’ultimo di professione è scrittore ed è un po’ l’alter ego ed il portavoce della storia intera. Il punto di vista di ogni cosa è il suo, i suoi sono occhi perspicaci e pronti ad ogni evenienza.

“Avrebbe dovuto scegliere fra loro il più adatto come “emissario”: il suo lavoro consisteva nel trovarsi nell’ambiente ideale per l’osservazione quotidiana di tanti ragazzini delle elementari. Tra tutti aveva puntato gli occhi su Mumei, ma non avrebbe potuto fornire un giudizio definitivo se non dopo aver considerato con attenzione, per diversi anni, la sua crescita.”

La scrittura è scorrevole e si presta al tempo stesso ad una lettura attenta e minuziosa. Ci troviamo sì in una realtà distopica ma siamo sicuri che non si possa trattare di immagini profetiche?

Ci si augura naturalmente che nulla di quanto scritto in questo libro possa avverarsi ma averne una visione così lucida fa riflettere, rabbrividire e ci trasporta in una poesia apocalittica difficile da dimenticare.

“Prendeva ampi respiri osservando il cielo. Non aveva preoccupazioni. La generazione di Mumei era provvista della capacità di non disperarsi. Come al solito erano gli anziani quelli da compatire.”

La scrittura di Tawada Yōko è riconoscibile e nonostante la distruzione e il disastro del nucleare ogni pagina è permeata di speranza, di giochi di parole che permettono di sdrammatizzare; l’ordine naturale è ribaltato ma ogni cosa ha senso e la bellezza è ovunque, tra le pagine del libro, negli occhi di scrive e di chi legge.

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mercoledì 6 luglio 2022

“Il cuore di tutto” di Sara Rattaro: quando è sufficiente aprire gli occhi per cogliere l’amore che ci circonda

Il cuore di tutto, Sara Rattaro

“Il suo sguardo era spezzato. Il mio telefono ha trillato e così anche quello dei ragazzi che avevo intorno. Per un attimo hanno abbassato tutti la testa per visualizzare lo schermo.”

Ale vive a Roma ed era una quindicenne come tante prima di ricevere quel messaggio su WhatsApp e vedere gli occhi sbarrati della sua migliore amica. Qualcosa è accaduto e lei e la sua famiglia sono costretti a trasferirsi a Genova. Scuola nuova, amici nuovi ma sempre il pensiero di quanto è accaduto nella mente. 

Poi, un giorno, incontra in biblioteca un ragazzo dagli occhi verdi che nasconde un libro tra gli altri sullo scaffale. La curiosità è tale da portarla a curiosare in quello che scopre essere il diario di Costanza, la zia malata di Alzheimer di quel misterioso ragazzo. Lui si chiama Matteo, vorrebbe fare lo scrittore ma il tragico crollo del ponte Morandi ha fatto crollare un po’ anche la sua famiglia e non sa più cosa volere o meno. 

Ale e Matteo hanno più cose in comune di quanto pensano e la nuova vita di lei, fatta anche di nuove amicizie, forse non è poi così brutta.

“Il cuore di tutto” (Mondadori, giugno 2022) è il nuovo romanzo della scrittrice genovese Sara Rattaro. A differenza dei precedenti stavolta i protagonisti sono adolescenti ed è proprio a loro che questa storia si rivolge.

“Mi avvicino al mio posto e guardandomi intorno non riesco a non pensare che ogni storia non è altro che uno dei mille fili che compongono un tessuto, il cui pregio dipenderà solo dal suo intreccio con tutti gli altri fili che incontrerà nella trama.”

Tutto parte da un fatto grave di cyberbullismo che verrà svelato nel corso delle pagine e si sviluppa come una storia di rinascita: figli e genitori devono affrontare cambiamenti, nuove situazioni e nuove dinamiche. Il bene dei figli viene prima di tutto ma non bisogna scordare il passato né farsene fagocitare.

“Mi sono dovuta fermare un attimo come se avessi già vissuto quel momento. Ero felice mentre qualcuno a cui volevo bene viveva l’inferno.”
Sara Rattaro

Per Ale e Matteo è ancora più complicato, un po’ per l’età non semplice, un po’ per la crudeltà di fatti non decisi da loro ma per il quale provano, ingiustamente, sensi di colpa.

E poi c’è la storia tanto bella quanto triste di Costanza, un viaggio nel tempo nella vita di una giovane donna che dovette sacrificare gli anni più belli per inseguire l’idea di una famiglia che si scomparì da un giorno all’altro.

“Lei però non sembrava questo. Non ero nemmeno così certo che la mia fosse attrazione. Non era voglia di baciarla o di avvicinarmi a lei. Era più desiderio di non smettere di osservarla.”

Ma la speranza non svanisce mai veramente, a tutto si può trovare rimedio o se non altro si può tentare di riemergere, di rivalutare la realtà e renderla più abitabile.

“Il cuore di tutto” è bello, tenero, emozionante, spiazzante e pieno di quell’amore che è possibile nella vita di tutti i giorni, nelle persone e nei loro occhi desiderosi di felicità.

“Quello che conta è che siamo tutti qui, sopravvissuti a qualcosa, a formare un cuore. Il cuore di tutto.”

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lunedì 4 luglio 2022

“Sesso civile” di Luca Franceschini: una fuga rocambolesca alla ricerca di una libertà ormai dimenticata

Sesso civile, Luca Franceschini
“Ora sentiva il fiato dell’Ordine sul collo. Una bestia braccata che doveva fuggire e rinunciare a tutto ciò che aveva ottenuto. L’invidiabile posizione di archeologo sarebbe diventata un ricordo. Si domandava: un ricordo di una vita peggiore e priva di libertà? O un ricordo di una vita migliore e spensierata, dove si era saputo inventare una posizione, un buon reddito e lo spazio per i vizi?”

Demri si è finalmente risvegliata dal coma ma non ricorda niente del passato e la realtà nella quale vive è assurdo: una società fatta di Centri d’Accoppiamento, iniezioni ormonali e rapporti umani ridotti a obblighi burocratici.

Cos’è accaduto al mondo che conoscevamo e perché è obbligata a sottoporsi a pratiche delle quali non comprende il significato?

Poi appare Christian che vive anche lui lì ma per chissà quale ragione decide di aiutarla, di portarla via da quel posto, in un luogo più sicuro e con meno imposizioni. Ma qualcuno li spia e scappare non sarà così semplice.

“Sesso civile” (Delos Digital, collana Futuro Presente, aprile 2022) è l’ultimo romanzo del toscano Luca Franceschini, classe 1980, laureato in filosofia, e vincitore di diversi Premi anche come fumettista.

Un romanzo breve fantascientifico davvero ben scritto che catapulta i lettori in un futuro che potrebbe essere non troppo lontano dalla realtà, soprattutto osservando a ciò che sta accadendo al nostro presente.

Il ritmo è incalzante e le pagine scorrono rapide nel desiderio di capire cosa è accaduto alla ragazza rediviva e come funziona quel mondo così strano.

Luca Franceschini

“Ma non era la società attuale la concreta e più alta realizzazione dell’idea di libertà? La libertà di poter godere di tutte le necessità senza il pensiero di doverle guadagnare o comprare, garantite dalla Delimitazione, compreso il sesso? Cosa mai ci poteva essere di più libero?”

Ancora di più ci rendiamo conto di quanto la libertà sia importante e quanto questa condizioni ogni atto della nostra esistenza. I protagonisti sembrano capirlo durante il loro tentativo di fuga ma un finale inaspettato potrebbe ribaltare quanto accaduto fino a quel momento.

“Sesso civile” è intrigante e coinvolgente, una storia che ha dell’assurdo ma raccontata così bene che immaginarsi in quella realtà diventa piuttosto semplice.

Per fortuna è “solo” fantascienza e dopo l’ultima pagina un bel sospiro di sollievo è inevitabile anche se non sarebbe male poter leggere un continuo: che fine ha fatto Demri? E il povero Christian che scelte ha preso poi?

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