lunedì 14 gennaio 2019

“Madonna col cappotto di pelliccia” di Sabahattin Ali: l’onestà del vivere e la difficoltà dell’amare


Madonna col cappotto di pelliccia, Sabahattin Ali
“Ma queste domande restano senza una risposta se non siamo capaci di guardare a di là delle apparenze – se ci dimentichiamo che dietro la facciata di ogni individuo c’è un altro mondo interiore, dove la mente è condannata a funzionare, volente o nolente.”
Vi siete mai domandati quanti bellissimi romanzi sono ancora nascosti da qualche parte, alcuni mai pubblicati, altri rifiutati erroneamente da editori poco capaci, altri accolti male dal pubblico? 

Io ne ho appena scoperto uno di recente ed oltre ad essere la mia prima lettura di questo nuovo anno è anche la prima pubblicazione 2019 della Fazi.

L’autore, Sabahattin Ali, era turco, nacque nell’Impero Ottomano (ora territorio bulgaro) nel 1907 e visse a Istanbul dove si laureò. In seguito lavorò come insegnante, per un periodo persino in Germania e una volta tornato in Turchia insegnò lingua tedesca. Le sue opinioni politiche, di comunista convinto, gli causarono diversi problemi e vari arresti e persino la sua morte, avvenuta nel 1948, si dice sia avvenuta a causa di queste.

“Madonna col cappotto di pelliccia” (Fazi Editore, gennaio 2019, traduzione di Barbara La Rosa Salim) venne pubblicato la prima volta nel 1942, pochi anni prima dell’uccisione, e non venne accolto come meritava. La definirono una storia d’amore, basata troppo su quest’ultimo. Non ci videro altro o chissà, forse semplicemente avevano paura di una storia che potesse ispirare la popolazione turca, come sta accadendo ora.

“Madonna col cappotto di pelliccia” è la storia di Raif e Maria. Raif è un traduttore dal tedesco di lettere commerciali e un giovane che si trova a lavorare nel suo stesso ufficio rimane colpito dalla sua mediocrità e riservatezza. Con il tempo i due entrano in confidenza ed in punto di morte Raif chiede al collega di leggere il suo taccuino perché vuole che capisca il perché dei suoi atteggiamenti e dei suoi comportamenti. 

Scopre così che Raif da giovane visse a Berlino, spinto dal padre che sperava che il figlio imparasse un mestiere, e qui conobbe Maria, l’autrice del dipinto “Madonna col cappotto di pelliccia” dal quale rimase affascinato, un vero e proprio colpo di fulmine. Un incontro sconvolgente che cambierà irrimediabilmente la vita di entrambi.  
Sabahattin Ali

“Madonna col cappotto di pelliccia” è bellissimo, originale, puro, la scrittura di Sabahattin Ali scorrevole ed incisiva. 


“Come poteva una persona, quasi senza fare niente, arrecare una tale felicità a un’altra? Solo con un sorriso amichevole, pulito… E io in quel momento non desideravo altro.”


È un libro che conquista dopo le prime pagine che incuriosiscono e portano verso una storia d’amore che nasconde le insidie della vita, le emozioni di un uomo privo di interessi, se non quello per la lettura, e di aspirazioni, la disillusione di una donna ferita dall'indifferenza e dalle pulsioni degli uomini.

“In ognuno di quei volumi ritrovavo qualcosa di personale, frammenti del mondo che vedevo e sentivo intorno a me. Mi parlavano di cose che non riuscivo a comprendere o a vedere pur avendole vissute in prima persona, e solo ora riuscivo a dare loro un senso.”

Un romanzo di formazione con un protagonista che ricorda in alcuni tratti William Stoner, con la sua indecisione e la sua personalità semplice e complicata al tempo stesso, una storia che rievoca quell'Angelo azzurro (questo il titolo del film del 1930 di Josef von Sternberg, tratto dal romanzo “Il Professor Unrat” di Heinrich Mann), incarnato da Rosa Fröhlich, la donna angelicata ed amata in maniera morbosa dal vecchio professore.

“Madonna col cappotto di pelliccia” è intenso, commovente, è il percorso di un uomo che incontra quello di una donna e con ostentata onesta si ritrovano l’uno nell'altra, con difficoltà, con sentimenti contrastanti ed innocente stupore.

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